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Gina Lollobrigida, Andrea Piazzolla in aula: “Era lei a tenere i rapporti con la casa d’aste. Presto sentirete audio che mi scagioneranno”

di Niccolò Monti ed Elena Rosselli

Gina Lollobrigida ci teneva moltissimo a fare quest’asta ed era lei che aveva rapporti con la casa d’asta. Io non ho deciso nulla, per me lei era come una madre e se ha vissuto bene fino alla fine, una piccola parte è stato merito anche delle attenzioni che ha ricevuto da me”. Andrea Piazzolla, l’ex assistente dell’attrice, morta il 16 gennaio 2023 all’età di 95 anni, ha scelto di rispondere alle domande della pm Anna Ricci davanti al giudice monocratico di Roma, Alberto Caprioli, in merito all’accusa di circonvenzione d’incapace, che lo vede imputato in concorso con il ristoratore Antonio Salvi, per aver fatto da intermediario con la casa d’aste Colasanti al fine di vendere circa 350 beni di proprietà della donna, tra dipinti, arredi e oggetti d’arte, in un’asta che doveva tenersi nel maggio 2020, ma che alla fine non si è mai svolta. Piazzolla, già condannato nel novembre 2023 a tre anni di reclusione in primo grado con la stessa accusa, ha respinto gli addebiti con fermezza: “La signora Lollobrigida non voleva lasciare nulla al figlio, (Andrea Milko Skofic, rappresentato dall’avvocato Michele Gentiloni Silveri, ndr) era delusa di non vedersi più padrona della propria vita. – ha spiegato l’ex factotum – Quando Gina ha saputo che l’amministratore giudiziario voleva fare un inventario, è andata su tutte le furie, così anche per via dei lavori di ristrutturazione della villa sull’Appia Antica (la sua residenza storica, ndr), che dovevano essere eseguiti, ha chiesto alla titolare della casa d’aste, Raffaella Colasanti, cugina di Salvi, di custodire i suoi beni e ha firmato lei i mandati a vendere. Io non ho le competenze sulle aste, quello dell’arte è un mondo che non mi appartiene“, ha aggiunto.

Al centro dell’accusa una testimonianza resa dalla Lollobrigida nel maggio 2021 alla pm Laura Condemi in cui l’attrice negava con sdegno di aver mai voluto vendere le sue opere: “Questo è uno dei beni più preziosi che ho, che mai avrei voluto vendere“, aveva dichiarato la Bersagliera ascoltata dalla pm che indagava sul caso. “Posseggo molte icone sacre e a queste sono molto affezionata. Mai me ne sarei disfatta“, aveva detto ancora alla magistrata che le chiedeva se riconoscesse i beni messi all’asta. Riguardo a queste affermazioni, Andrea Piazzolla, assistito dall’avvocato ed ex pm Antonio Ingroia dichiara di possedere una registrazione audio in cui l’attrice, amareggiata per essersi vista affiancare da un amministratore di sostegno nella gestione dei suoi affari, aveva deciso di non voler dare spiegazioni ai magistrati: “La prossima udienza – che si terrà il 18 settembre – è dedicata alla chiusura dell’istruttoria dibattimentale, quindi produrremo tutte le prove, finora non prodotte, che dimostreranno la verità, tra cui anche alcuni supporti audio, che sono una preziosa testimonianza di Gina Lollobrigida. – ha spiegato Ingroia – E’ un fatto specifico sul quale oggi hanno riferito anche alcuni testimoni, perché lei si era sfogata con loro. La verità – ha aggiunto l’ex pm – e ne sono stato testimone anch’io, quando sono diventato per un periodo suo avvocato, ce l’aveva con la giustizia italiana, contro quei magistrati che la volevano far passare per incapace di intendere e di volere. Quindi, quando si è vista convocata da chi andava avanti su questa strada lei non se l’è sentita di raccontare le cose come stavano e quindi ha raccontato una cosa per un’altra”. E’ su questo punto che si giocherà la prossima udienza, il prossimo match tra Andrea Milko Skofic, che oggi ha scelto di non essere in aula, e Andrea Piazzolla, che ha annunciato di voler rendere una dichiarazione la prossima volta: “La signora Lollobrigida era una donna tutt’altro che suggestionabile, ma aveva perso completamente la fiducia nella giustizia italiana: spiegherò in aula tutti i motivi”, ha concluso l’ex assistente.

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