Sangiuliano è un eccellente giornalista ed è uno dei primi quattro ministri per popolarità e fiducia, cioè per stima. Mi pare di aver capito che qui lo si sta picchiando duro, ma la mia idea è quella di Odifreddi che dice che quello di Sangiuliano è il classico lapsus di una persona che legge troppi libri e non troppo pochi. Che vi piaccia o no, può succedere”. Così a Otto e mezzo (La7) Alessandro Giuli, giornalista, scrittore e presidente della Fondazione MAXXI nominato proprio nel 2022 dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, difende l’ex direttore del Tg2 dalla gaffe sulla data di nascita di Galileo Galilei.

Giuli cita una intervista rilasciata dallo scienziato Piergiorgio Odifreddi al Fatto Quotidiano, dove però sottolinea testualmente: “È un uomo che paradossalmente legge un sacco di libri, molto di più di altri suoi predecessori. Credo che legga così tanto che a volte confonda certe nozioni anche abbastanza banali. Mi sembra che sia una voglia di ostentare, di mostrare un tipo di cultura che però è semplice nozionismo. Probabilmente, dato il suo ruolo istituzionale, farebbe una figura migliore a tacere“.

Giuli continua la sua arringa rivolgendosi ai colleghi in studio (oltre alla conduttrice Lilli Gruber, anche a Lina Palmerini, Massimo Giannini e Giovanni Floris): “Che cosa contestate al ministro Sangiuliano? Che non abbia chiesto scusa? E perché dovrebbe chiedere scusa? Quando lui dice ‘anche voi sbagliate’, non sta dicendo che lui non ha sbagliato. Quindi, sostengo che Sangiuliano vada giudicato dai fatti, non dagli infortuni che capitano a tutti”.
Sempre la stessa sindrome – commenta Giannini – È sempre colpa degli altri”.

Interviene anche Giovanni Floris che obietta a Giuli: “Sangiuliano è un collega stimato e una persona molto simpatica. Il suo problema non è tanto quello di sbagliare le date di nascita di Cristoforo Colombo e di Galilieo Galilei, ma è iniziare un discorso su Colombo e Galilei con la saccenteria di chi dispone di nozioni che altri non hanno, le spiega e invece poi non le ha. Il problema di Sangiuliano non è tanto quello di sbagliare qua e là ma è lo stesso problema che hanno altri ministri e la classe dirigente di Giorgia Meloni – continua il giornalista – che si mostrano spesso inadeguati, perché uno un discorso su una cosa di cui non è sicuro non lo fa. Il problema è che si stanno trasformando da underdog in maschere e a Sangiuliano è toccata quella di gaffeur. Sangiuliano non è meno colto di tutti noi, più o meno abbiamo tutti una cultura generale, ma il punto è che tu ti atteggi a ministro della Cultura, quindi sei più colto di tutti e invece non lo sei“.
Giuli dissente: “È il sistema che ha preso Sangiuliano come bersaglio“.
Fa tutto da solo“, ribatte Giannini.

Floris cita anche La Russa e Lollobrigida tra i componenti inadeguati del parterre meloniano. “Il ruolo – sottolinea – impone delle attenzioni e una preparazione che questa classe dirigente dimostra di non avere. Dovrebbero avere l’umiltà di dire che prendono questo lavoro con serietà e di chiedere scusa in caso di errori, senza mettersi a dire che Dante è padre della destra o che Galileo è nato in un giorno che poi è sbagliato. Stai buono, non ti allargare. Tu stai facendo un lavoro difficilissimo e quindi fallo con umiltà. E la stessa cosa mi verrebbe da dirla a Giorgia Meloni”.
Giuli non ci sta: “Io sono convinto che tutti i ministri vadano giudicati essenzialmente dai fatti e da quello che fanno”.
“Quello è il problema”, commenta Floris.
Infatti hanno vinto le elezioni – replica Giuli – e sono popolari e stimati dall’elettorato. Andate a vedere cosa sta facendo Sangiuliano al museo archeologico di Napoli”.
“Tu puoi spezzettare le azioni di governo in cose positive e in cose negative – replica Floris – Ma qui il problema è l’immagine globale che offrono: stanno dando l’immagine di una classe dirigente inadeguata, arrogante e saccente“.

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