Autoreclusi in casa, senza nessun contatto con il mondo esterno. Sono i tratti dei giovani hikikomori, identificati per la prima volta in Giappone negli anni ’90 e diffusi anche in Italia. Secondo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha parlato in occasione della conferenza stampa sulla “Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024”, a oggi il fenomeno interessa circa 50mila ragazzi e ragazze del Paese.

Nella lingua giapponese il termine “hikikomori” significa “stare in disparte“. Un giovane che si confina volontariamente in casa entra a far parte del fenomeno dopo un periodo di autoisolamento di almeno sei mesi. I comportamenti più comuni sono il rifiuto di uscire, di andare a scuola, a lavoro e il tagliare i contatti umani con gli amici e a volte anche con i genitori. Le parole di Valditara hanno riacceso l’attenzione su quello che gli studi in materia definiscono un “disagio adattivo sociale“, diffuso soprattutto in ragazzi e giovani adulti di età compresa fra 14 e 30 anni e in soggetti maschi. In Italia sono circa 50mila dietro cui, in generale, si nascondono spesso contesti familiari disfunzionali o traumi subiti. Questa forma di auto esclusione sociale può innescare depressioni, ansie, disturbi dissociativi e autolesionismo.

Valditara, durante la conferenza stampa, si è avvalso dei dati dell’ultimo rapporto Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economici, ricordando che un fattore cruciale è rappresentato dall’abuso del cellulare e dei social media che danneggiano anche l’attenzione e il rendimento scolastico. In seguito il ministro dell’Istruzione ha parlato con più ampio respiro degli effetti di questo abuso sulla fantasia e sulla creatività, sottolineando a partire da un rapporto Unesco come stati d’ansia, depressivi, di isolamento sociale, siano sempre più legati alla dipendenza dai cellulari. Inoltre il 45% dei ragazzi, ha detto riferendosi ai risultati delle indagini, riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo, mentre 1 milione e 300 mila ragazzi hanno giocato d’azzardo nel corso del 2023.

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