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L’anno senza estate

Non è il titolo di una canzone dall'anda un po' francese nient'affatto eccezionale che passano per radio. E nemmeno le previsioni meteo per quest'estate...

di F. Q.
L’anno senza estate

L’anno senza estate” non è il titolo di una nuova canzone dall’anda un po’ francese nient’affatto eccezionale che passano per radio. È il 1816 ad essere stato definito così, senza poesia. Che è successo in quell’estate buia e fredda?

Il vulcano Tambora erutta. Siamo sull’isola di Sumbawa, Indonesia, è il 1815. Gli studiosi si dicono sicuri che fu “una delle eruzioni più potenti dalla fine dell’ultima Era Glaciale, oltre 20 mila anni fa. Più di 100 chilometri cubi di cenere, polveri e roccia, insieme a 400 milioni di tonnellate di gas, furono sprigionati dall’esplosione andando a formare in atmosfera una colonna di 44 km di altezza”. Si legge su hubscuola.it che “una parte di questi detriti, ricadendo al suolo, ricoprì di una coltre di 2 km di spessore i villaggi circostanti e diede addirittura vita a dei veri e propri isolotti di pomice galleggiante sulla superficie del mare. Una parte delle polveri più fini intrappolata negli alti livelli dell’atmosfera, per qualche anno operò come un filtro, riducendo la quantità di luce solare che abitualmente raggiunge la superficie terrestre e provocando così il raffreddamento di quest’ultima”.

L’anno successivo, il 1816, nel continente europeo distante migliaia di miglia (avete mai sentito parlare dell'”effetto farfalla”?) si verificò un abbassamento generalizzato delle temperature che oggi possimo definire ‘le più fredde mai registrate tra il 1766 e gli anni 2000’. Eccolo dunque, l'”anno senza estate”. Un anno di agricultura in crisi e difficoltà per le popolazioni. Un anno freddo e buio. Su instoria.it si legge che “l’estate senza sole del 1816 va ricordata anche per un fatto culturale straordinario. Lord Byron con un gruppo di amici (…) si trovano sul lago Lemano per trascorrere le vacanze estive. Le condizioni del tempo sono pessime e gli amici sono costretti a passare le giornate chiusi in casa. Byron, prostrato dalle interminabili condizioni di freddo e di buio, scrive la poesia Darkness (Oscurità) che inizia con questi versi che riflettono la desolante situazione climatica di quel periodo:
Ebbi un sogno che non era completamente un sogno.
Il sole radioso si era spento, e le stelle vagavano
O
scurandosi nello spazio eterno,
prive di raggi e perdute, e la terra coperta di ghiacci
intenebrandosi ruotava cieca nell’aria senza luna;
il mattino venne e svanì, ritornò senza portare il giorno.

E questa rischia di essere un’estate fredda e buia? Leggiamo quello che scrive meteogiuliacci.it: “Viene lecito chiedersi se continueremo su questi binari avremo un anno con un’Estate davvero fiacca. Recentemente l’unico paragone possibile è 2014, annata in cui il caldo fece capolino solo nel mese di giugno e il bimestre luglio e agosto fu tra i più freschi e soprattutto nuvolosi della storia recente. Andremo su questo passo? Per adesso è impossibile dirlo, solo che le tendenze meteo a lungo termine non fanno ben sperare gli abitanti delle regioni settentrionali“.

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