Il monito del direttore della fondazione Bellonci, Giovanni Solimine
Togliete un po’ di posti ai tavoli che non ci stiamo più. Il colpo d’occhio negli scorsi anni non ci aveva ingannato. La massa di invitati autoconvocati che si era riversata tra il pubblico della finale del Premio Strega stava strabordando in maniera apocalittica. Infatti, a una settimana dall’ultimo atto dello Strega 2024, dove si decreterà il vincitore tra la sestina finalista, tocca al direttore della fondazione Bellonci, Giovanni Solimine, chiedere a un po’ di infiltrati, amici degli amici (della domenica e del giovedì) di rimanersene a casa.
“Il premio cresce di anno in anno e con esso le richieste di partecipazione alla serata finale in misura da non poter assicurare la presenza a tutta l’ampia giuria, né ci sembra opportuno apportare scelte discrezionali”, scrive Solimine in un comunicato giunto, probabilmente, nella casella di posta elettronica di qualche intrufolato seriale.
Solimine ricorda che il Museo Etrusco ha segnato 600 persone come capienza massima nel giardino centrale e che per esigenze tv il palco della premiazione, spesso sacrificato lassù sotto il lavagnone con i voti, verrà ampliato proprio a scapito di quei 600.
A questo punto, con elegante classe e nondimeno decisa determinazione, il presidente della Fondazione Bellonci annuncia che entrano solo scrittori finalisti, case editrici, organi del premio e della fondazione, “sostenitori che ci accompagnano tutto l’anno e loro ospiti (?)”, esponenti delle principali istituzioni (c’è posto quindi per Sangiuliano) e organi di stampa. Insomma, niente più contesse Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, cugini di terzo grado e amanti clandestine. Insomma, il Premio Strega del 4 luglio prossimo infligge un duro colpo alla mondanità romana. Gli esclusi si rifaranno su qualche terrazzo della capitale ballando sulle note della Carrà e chiacchierando amabilmente con Jep Gambardella (lo Strega è comunque in diretta su Rai3).