“Mi aspetto che nella discussione di domani la presidente del Consiglio porti le priorità del Paese e non della sua famiglia politica, perché spesso le due cose non coincidono”. A dirlo in Aula alla Camera è la segretaria del Pd Elly Schlein, parlando in dichiarazione di voto sulle comunicazioni della premier in vista del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno, quando i capi di Stato e di governo degli Stati membri dovranno eleggere i cosiddetti top jobs, le cariche istituzionali più importanti dell’Unione. Nel suo discorso Meloni si è scagliata contro i socialisti, i popolari e i liberali, che a suo dire hanno trovato l’accordo sul terzetto di nomine – Ursula von der Leyen alla Commissione, António Costa al Consiglio europeo e Kaja Kallas come Alto rappresentante per la politica esterasenza coinvolgere i conservatori europei, il gruppo di cui Fratelli d’Italia fa parte. E ha accusato senza nominarla proprio Schlein, che aveva chiesto di non includere la destra nelle trattative per le istituzioni Ue: “Trovo folle che si dica, da parte di chi rappresenta gli italiani in Europa, che non bisogna negoziare con il governo italiano”. Una posizione che però la leader dem rivendica: “Meloni non vuole inciuci con la sinistra? Non si preoccupi presidente, questa sinistra non è disponibile e non lo sarà mai. Non si lamenti se nel Parlamento europeo dove la democrazia conta e i socialisti hanno più deputati di voi ci opponiamo a qualsiasi alleanza con voi e con i vostri alleati che non credono nell’Ue”, dice in Aula (video).

La leader del Nazareno torna anche sul video in cui, martedì, la premier ha accusato le opposizioni di usare “toni da guerra civile nel criticare le riforme del governo: “Non so a chi si riferisca Meloni quando lancia allarmismi e vittimismi. Rispetto alla dichiarazioni fatte ieri, mi pare che l’unica guerra nei nostri confini sia quella che state facendo ai poveri. Contro il salario minimo, il reddito di cittadinanza e contro il Sud con la legge sull’Autonomia. La vittima non è certo la presidente, che non ha nemmeno preso le distanze dalla violenza su un deputato e su due studenti dopo una manifestazione, e che non ha il coraggio di cacciare dal suo partito chi fa saluti fascisti e nazisti”, attacca. Stesso concetto dal leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte: “Presidente Meloni, è il caso di smetterla con questo finto vittimismo, la “guerra civile” l’avete scatenata voi in questa aula con un pestaggio in piena regola”, ha detto, riferendosi all’aggressione al deputato pentastellato Leonardo Donno da parte dei colleghi di centrodestra. “Non la invidiamo”, ha detto conte rivolgendosi alla premier, “perché lei da una parte è tentata di appoggiare quella sinistra con cui ha detto di non voler fare inciuci e dall’altra di essere per una volta coerente ma ininfluente nel nuovo governo europeo. Bel dilemma, Meloni incoerente o ininfluente“.

Nel dibattito al Senato, invece, il leghista Claudio Borghi ha spinto la premier a rifiutare l’appoggio al bis di von der Leyen, anche rinunciando a un incarico di peso in Commissione: “Per noi della Lega può dire tranquillamente no a questa gente e noi la sosterremo in ogni caso. Ha la nostra benedizione, la supporteremo in pieno. Non cerchiamo le vicepresidenze e il commissario di peso. Non è che avere il ruolo di primo ufficiale nel Titanic porta risultati. Secondo me, in Europa c’è un problema enorme e si chiama Francia. Il cambiamento radicale e profondo di tutte le regole non si fa con quelle persone, si fa attraverso persone come lei”.

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