Sfumato il sogno di diventare il primo cittadino di Firenze, all’ex direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, non resta che diventare ‘sindaco di Capodimonte’, appellativo che la stampa napoletana gli aveva affibbiato all’indomani del suo insediamento alla guida della Reggia e del Bosco. Lui che sognava di sedere sullo scranno più alto di Palazzo Vecchio ha annunciato che guiderà l’opposizione alla neosindaca del campo largo, la piddina Sara Funaro. Il sostegno, il patto di ferro con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, non è bastato anzi ha fatto fetecchia: il principale sponsor di Schimdt alla candidatura alle Comunali di Firenze con il centrodestra non è gli stato sufficiente – tra una gaffe e un’altra – per cominciare la già finita carriera politica.

Schmidt resterà nel Consiglio comunale fiorentino e al tempo stesso sarà il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte. Assist che il presidente Vincenzo De Luca ha preso a volo: “Schmidt lascia il cappello ad occupare il suo posto? Non gli faremo trovare nemmeno la sedia”. Lo aspetta al varco anche l’attivissimo capogruppo Pd in Consiglio comunale di Napoli, Gennaro Acampora, che ha raccolto una marea di firme per chiedere al ministro Sangiuliano un direttore a tempo pieno per Capodimonte. Anche il moderato e posato sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, già prima della candidatura di Schmidt aveva pronosticato che l’eventuale ritorno al museo da sconfitto gli avrebbe fatto perdere il valore di terzietà e l’autorevolezza legato a un ruolo istituzionale così importante da ottemperare a tempo pieno.

Oggi a maggior ragione con il ruolo politico di capo dell’opposizione da esercitare a Firenze e quello di direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte appare stridente la contraddizione. Ma davvero Schmidt pensa di guidare uno dei maggiori musei italiani nei ritagli di tempo? Come farà a instaurare un proficuo dialogo istituzionale con il presidente De Luca che, durante la gestione dell’illuminato e rivoluzionario Sylvain Bellenger, non ha mai fatto mancare il suo sostegno?

Negli anni i fondi europei Poc della Regione Campania hanno contribuito a finanziare l’allestimento delle più importanti mostre nazionali e internazionali, da Picasso a Calatrava, passando per le attività culturali a fruizione gratuita per il pubblico come il cinema all’aperto o le rassegne musicali sul Belvedere del Real Bosco, per non parlare della sinergia con il Campania Teatro Festival che hanno visto il Bosco di Capodimonte ospitare per ben tre edizioni. E si regge sempre su fondi regionali la cosiddetta ‘scuola dei giardinieri’ voluta da Bellenger e inserita in un più ampio ITS, Ente di formazione post diploma, che prevede anche corsi di ceramisti e di orafi (riprende l’antichissima tradizione delle porcellane di Capodimonte) diretta da Valter Luca de Bartolomeis, dirigente dell’Istituto Caselli e presieduta, fino a pochi giorni fa, dallo stesso Sylvain Bellenger. Struttura che fatica a decollare per contrasti interni ai soci (ne fanno parte anche la Camera di Commercio di Napoli e lo Stoà di Ercolano). Insomma, Schmidt riuscirà a riannodare i fili? Riuscirà a recuperare il tempo perso e rilanciare la magnificenza visionaria e i progetti messi in campo dal suo ingombrante predecessore?

Schmidt ha dichiarato di lavorare per quattro, se lo riuscirà a fare forse la sua poltrona sarà quella sul treno Frecciarossa Napoli-Firenze e ritorno. Dalla città degli Uffizi dovrà affrontare i tanti dossier aperti a Capodimonte, progetti avviati da Bellenger: i lavori del project financing sull’efficientamento energetico della Reggia, il completamento della Palazzina dei Principi per accogliere l’imponente donazione delle opere di Arte Povera della gallerista Lia Rumma, la Casa della Fotografia di Mimmo Jodice. Per ora il 2024 segna l’annus horribilis per il Museo e Real Bosco di Capodimonte con l’ultima mostra Explosion di Mario Amura presso il Cellaio ideata, curata e inaugurata da Bellenger prima di passare il testimone allo stesso Schmidt.

E il ministro napoletano della Cultura Gennaro Sangiuliano che avrebbe il dovere istituzionale di esigere il massimo impegno dai dirigenti che lui stesso ha scelto, cosa fa? Sosterrà ancora Schmidt a Capodimonte o ha in serbo per lui un ‘premio’ a Roma come sussurra qualcuno? A Massimo Osanna, potente direttore generale dei Musei già gli fischiano le orecchie. Oppure, come qualcun altro suggerisce, per Schmidt ci potrebbe essere un posto all’ombra in qualche nuovo Dipartimenti della rinnovata struttura ministeriale? Il contraccolpo c’è e si vede. Crollate le presenze al Museo e Real Bosco di Capodimonte anche con l’iniziativa ‘Domenica al Museo” in vigore in tutta Italia, con la prima domenica del mese in cui i musei statali sono ad ingresso gratuito.

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