Diritti

Simone Pillon chiede su X che lo spot venga censurato: “Spara pomiciate gay”. Ma ad essere cancellato (dal social) è il suo post

L’ex senatore della Lega, Simone Pillon ha denunciato, martedì scorso, il nuovo spot pubblicitario di Idealista, realizzato in occasione del mese del Pride e trasmesso in vista degli Europei di calcio 2024. Nel video, si vedono dei tifosi festeggiare ad un gol dell’Italia poi scatta un bacio tra due ragazzi. Pillon impazzisce: “Non riprodurrò il disgustoso spot di un’immobiliare che per il Pride spara in prima serata le pomiciate gay – scrive l’ex senatore del Carroccio su X -. A quell’ora però davanti alla tv ci sono i bambini, che hanno il diritto di crescere senza frociaggine Lgbtq. Segnalerò il post alle autorità preposte”. E in effetti la segnalazione è arrivata, ma non per la pubblicità bensì per il suo post che è stato eliminato.

Infatti, “secondo quanto previsto dalle leggi applicabili, i contenuti segnalati sono stati oscurati con particolare riferimento alle seguenti basi giuridiche: Illegal or Harmful Speech“, scrive la piattaforma di Elon Musk. Tradotto: le parole di Pillon sono illegali o offensive. Ma il leghista non ci sta e su X ribatte: “Avevo scacciato da X la censura Lgbt e invece vedo che un mio post è stato censurato. Mi stavo lamentando perché mostrano pomiciate gay in prima serata sulla tv italiana. Questo non è incitamento all’odio ma libertà“. E poi conclude tirando in causa anche Elon Musk: “Ehi, Elon! Difendiamo la nostra libertà!”.

Ma non è la prima volta che le battaglie di Pillon contro le comunità Lgbtq gli si rivoltano contro. Nel 2019, l’ex senatore della Lega era stato condannato per diffamazione nei confronti del circolo lgbti Omphalos: aveva commentato le iniziative nelle scuole dell’organizzazione dicendo che “distribuivano materiale pedopornografico“. O ancora, in occasione dell’ultimo festival di Sanremo, Pillon era nuovamente insorto per un altro spot – la pubblicità Pupa per Sanremo 2024 – che, secondo lui, rientrava “nello schema della normalizzazione a tutti i costi delle relazioni omosessuali“, definendolo “un potente strumento di indottrinamento per i ragazzini”.