Via libera per la realizzazione di una nuova base militare fra il Parco di San Rossore e Pontedera, in provincia di Pisa. E il governo Meloni ha già stanziato una prima tranche di risorse pari a 20 milioni di euro per la mega struttura. La decisione è contenuta nell’articolo 5 del decreto infrastrutture approvato dal Consiglio dei ministri di lunedì 24 giugno, in cui sono contenute le “disposizioni urgenti per il completamento di interventi infrastrutturali”, fra cui “la nuova sede dei reparti di eccellenza dell’Arma dei Carabinieri, segnatamente del Gruppo intervento speciale, del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti ‘Tuscania’ e del Centro cinofili, in Pisa”.

L’opera – come la definisce l’articolo 5 del decreto legge – “è destinata alla difesa nazionale” ed era stata, a suo tempo, voluta dal governo Draghi, e sottoscritta dall’allora ministro del Partito democratico Lorenzo Guerini. Un denaro, quello stanziato dall’esecutivo Meloni, che ad oggi risulta comunque insufficiente ma basta a far partire un iter che – come riportato da Il Manifesto – ha proseguito fra accordi interistituzionali a Roma e a Pisa. Non solo. Accordi ci sono stati anche tra il sindaco leghista Michele Conti e il governatore della Regione Toscana del Pd, Eugenio Giani. Ma l’ok è arrivato anche dal presidente dello stesso Parco, Lorenzo Bani. Mentre i soli ad opporsi sono stati la sinistra di alternativa del Movimento No Base.

“Ecco le risorse iniziali che il governo Meloni ha previsto per costruire la nuova base – commenta al quotidiano Pisa Today, Francesco Auletta, capo del gruppo consiliare Diritti in Comune da sempre contrario alla costruzione dell’opera -. Ad oggi non sappiamo quanto costerà complessivamente la nuova infrastruttura che servirà a rendere Pisa ancora di più uno dei principali avamposti per la guerra del nostro paese, vista la presenza di Camp Darby e dell’Aeroporto militare. Una strategia di assoluta opacità che caratterizza l’operato di governo, regione e comune dai primissimi giorni”. Un’opera che Auletta fa sapere di aver “ripetutamente denunciato sin dal primo decreto Draghi” perché si vanno a utilizzare “decine di milioni di euro per la militarizzazione del territorio sottraendoli a quelle che sono le priorità sociali del nostro paese”.

Secondo le uniche stime disponibili che si hanno, l’intero progetto costerebbe circa 190 milioni di euro. E nel 2022 quasi 10 mila persone erano scese in piazza a protestare. Mentre nell’ottobre scorso, sotto la pioggia, furono oltre 5 mila i manifestanti a San Piero a Grado. Una maxi base militare che, nella quasi totalità, sorgerà nel cuore del Parco, presso l’ex Cisam (Centro internazionale studi militari), il vecchio reattore nucleare dismesso a San Piero a Grado. In un’altra parte, invece, della provincia – alla periferia di Pontedera – si realizzeranno un poligono di tiro e un autodromo.

“In questi due anni grazie alla grande mobilitazione popolare abbiamo smascherato questo piano – aggiunge Auletta – e lo abbiamo già bloccato una volta. Faremo lo stesso sull’area dell’ex Cisam”. Un fronte di protesta, rappresentato dalla sinistra di alternativa che ora, a Pontedera, è entrato anche in consiglio comunale dopo le ultime elezioni di inizio giugno. E Denise Ciampi, neo consigliere di Pontedera a Sinistra lo conferma: “Sarà la prima cose che porteremo nel nuovo consiglio”.

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