Se vogliamo costruire un’alternativa al sistema, da ultimo rappresentato dal governo delle destre, bisogna mettere al centro la questione morale che è lo specchio delle persone e dello Stato. Che significa questione morale? Vuol dire rispetto della legalità? No, è troppo poco e troppo superficiale. Le leggi vanno rispettate, ma la legalità talvolta è immorale e ingiusta, perché fatta di leggi, norme, atti e provvedimenti amministrativi che sono eticamente riprovevoli e costituzionalmente ingiusti. Leggi e atti normativi, ricordiamolo poi, vanno sempre interpretati in maniera costituzionalmente orientata, perché la Costituzione è al vertice della piramide del diritto e della gerarchia delle fonti.
Questione morale significa, in primo luogo, agire con profonda onestà. Dato che sembra ovvio e banale, ma invece è una qualità sempre più rara. Significa, poi, per chi ricopre incarichi pubblici, ad ogni livello, di agire eticamente per il bene comune e per l’interesse pubblico, non invece per interessi privati, affaristici, lobbistici, non di rado anche criminali. Vuol dire per chi opera nel mondo del privato e delle professioni non agire solo per finalità personali ed aziendali ma lavorare anche per la comunità e per il progresso collettivo. Questione morale per chi fa politica dovrebbe essere poi l’esercizio di una missione per il bene comune e per l’umanità, quasi sempre il contrario di ciò che si vede in giro. Questione morale per gli apparati di controllo dello Stato, magistratura in primis, dovrebbe essere agire con trasparenza, in autonomia ed indipendenza avendo come faro l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Questione morale per i mezzi di informazione dovrebbe essere raccontare i fatti con oggettività e consentire quindi il pluralismo delle idee. Questione morale significa non girarsi dall’altra parte di fronte alle ingiustizie, non essere indifferenti di fronte al massacro dei valori costituzionali, operare per la verità, essere credibili e coerenti e non predicare bene e razzolare male. Questione morale vuol dire lottare per i diritti e per la difesa ed attuazione della costituzione, cominciando a fare di più contro le guerre e i genocidi. Lottare quindi, ad esempio, per il diritto al lavoro, alla salute, alla casa, all’ambiente, all’istruzione significa praticare la questione morale. E la lotta alla corruzione e alle mafie, a quel sistema criminale che opprime tutti i diritti fondando la sua forza sul favore e sul privilegio, deve essere uno dei cardini della questione morale. Ed invece è la grande questione dimenticata perché volutamente tenuta in sordina.
A parole tutti sono per la questione morale ma nel nostro paese chi, ad ogni livello, pratica davvero la questione morale con coraggio paga un prezzo perché troppi altri hanno un prezzo. Ripartire, quindi, da onestà, verità, giustizia, Costituzione: con storie coerenti e credibili, senza cantastorie bugiardi, esseri ingannatori o incompetenti. Per attuare la questione morale, uno degli obiettivi più difficili in assoluto, ci vogliono valori che non si comprano al mercato: onestà, libertà, autonomia, indipendenza, volontà, competenza, coraggio, sacrificio, responsabilità, passione, amore e un pizzico di follia.
Se vogliamo scardinare il sistema, ai vari livelli su cui si fonda, bisogna mettere insieme storie antropologicamente diverse, i sovversivi di oggi perché sono ostinatamente diversi rispetto alla normale devianza, in cui i deviati diventano normali e gli ubbidienti alla Costituzione ribelli e socialmente pericolosi. Solo mettendo insieme combattenti per la giustizia, sognatori, eretici, ribelli, persone rimaste umane, donne e uomini senza prezzo che non sono in vendita, si potranno mettere le basi per istituzioni non più piegate al compromesso morale, ma protese alla realizzazione del bene comune e finalmente all’attuazione della costituzione, sottraendola ai fascisti e ai tanti traditori antifascisti che fondano la loro azione solo su una retorica assordante ma che sono stati i peggiori picconatori della Carta.
Anche se per pulirsi in superficie la coscienza ascoltano sempre i discorsi dei presidenti della Repubblica il 31 dicembre, vanno ai cortei del 25 aprile ed ora cantano anche Bella ciao dopo che l’hanno umiliata con le loro azioni.