Violenza sessuale, maltrattamenti e poi insulti e minacce. La Procura di Taranto, come anticipato dal Nuovo Quotidiano di Puglia, ha notificato un avviso di conclusione delle indagini per l’allora comandante della fregata, Roberto Carpinelli, e a due sottocapi di prima classe. L’inchiesta inizialmente condotta dalla Procura militare di Napoli è stata trasmessa all’autorità giudiziaria pugliese.
I presunti abusi sarebbero avvenuti durante la missione anti-pirateria nel Golfo Persico ‘Atalanta’ tra agosto e dicembre 2021. Gli indagati rispondono anche di reati previsti dal Codice militare: violenza contro un inferiore e minacce o ingiuria ad inferiore. Sarà il giudice per l’udienza preliminare, quando la procura chiederà il rinvio a giudizio, a decidere.
Le persone offese – membri dell’equipaggio – in totale sono 13, ma in particolare tre (due ragazze poco più di ventenni e un tarantino 24enne) sarebbero state oggetto, a bordo, di attenzioni e avrebbero subito palpeggiamenti e vessazioni psicologiche. A novembre dello scorso anno, il giudice per l’udienza preliminare di Napoli dichiarò la propria incompetenza per difetto di giurisdizione, disponendo la trasmissione degli atti alla procura ionica in quanto la nave, all’epoca, era di base proprio nella base di Taranto.
L’ex comandante è accusato anche di aver maltrattato quasi quotidianamente tre marinai con insulti e riferimenti sessuali, lanciando contro di loro arance, mele, banane, cubetti di ghiaccio, bustine di maionese, tappi di sughero e di metallo con lo scopo di farli cadere mentre portavano vassoi colmi di cibo. Alcune delle presunte vittime sono assistite dagli avvocati Giovanni Vinci e Antonella Notaristefano.
I due sottocapi, Giovanni Napolano e Gianluca Longo, sempre secondo le contestazioni dell’accusa, avrebbero preso di mira un’altra donna che lavorava nella mensa rivolgendole insulti e frasi ingiuriose e volgari finendo addirittura per molestarla sessualmente. Ma le denunce ricostruiscono vessazioni anche nei confronti di altri militari che testimonierebbero il clima di soggezione a cui erano sottoposti diversi membri dell’equipaggio di grado “inferiore” e quindi “alle prime esperienze di navigazione”