Botta e risposta scoppiettante a Otto e mezzo (La7) tra l’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il direttore responsabile di Libero, Mario Sechi, sui risultati delle ultime amministrative.
La conduttrice Lilli Gruber chiede a Bersani un commento sui positivi risultati raggiunti dal centrosinistra e l’ex ministro osserva: “Nell’insieme questa tornata elettorale, insieme a quella per le europee, ha detto due cose abbastanza chiare. Innanzitutto, la narrazione della destra ha avuto una prima ammaccatura piuttosto seria sia nei voti assoluti e reali alle europee, sia alle amministrative. C’è stato un primo segnale di risveglio delle forze di alternativa“.
“Ma ha vinto il centrosinistra alle amministrative?”, chiede Gruber.
“Mah, ho letto un articolo di Sechi e lui sostiene di no – risponde ironicamente Bersani – Lui afferma che sia una roba normale. Per l’amor di Dio, ci sarà una logica in quello che dice”.
“Sì, la spiego subito”, replica Sechi.
“Qual è questa logica? – chiede Bersani – Fammi capire”.

Sechi spiega convintamente che “ciclicamente” alle amministrative il centrosinistra tende a vincere, al contrario del centrodestra che ai Comuni ha difficoltà quando sceglie candidati sbagliati: “È una cosa storica”.
Bersani dissente: “Caro Sechi, stai dicendo cose che non stanno né in cielo, né in terra. Nel 2019 il centrosinistra cominciò a perdere tutte le Stalingrado d’Italia”.

“Ma i cicli bisogna vederli lunghi”, ribatte Sechi che indugia nel suo intervento e lamenta di essere interrotto non solo da Bersani ma anche dagli altri ospiti in studio, Monica Guerzoni del Corriere della Sera e Andrea Scanzi del Fatto Quotidiano.



Il direttore di Libero accusa il centrosinistra e in particolare il Pd di illudersi sui risultati, con un chiaro riferimento all’intervento precedente di Bersani: “Non c’è una inversione di trend. La cosa divertente è che si dice che ci sarà una riscossa del centrosinistra. Ma ricordo che mancano 3 anni, cioè un tempo lunghissimo. Qua ho sentito parlare di ‘remontada’. Ma de che? Suvvia”.

Bersani si sente chiamato in causa e non ci sta, mentre Sechi, come è suo solito, prende appunti: “Non so cosa mi faccia dire Sechi che dovrebbe avere il buon gusto di rispettare ciò che uno dice. Io ho parlato di una prima ammaccatura della narrazione della destra e di primo risveglio delle forze dell’alternativa. Può prendere nota, Sechi?“.
Diligentemente io prendo sempre nota, Bersani“, replica il direttore di Libero.
L’ex leader del Pd continua: “Benissimo. Io credo che si possa investire su questa novità dell’alternativa e che da qui a 3 anni ci sia qualcosa da fare. Il centrosinistra non può limitarsi a fare propaganda per il referendum, che arriveranno comunque, ma dovrà fare dei gesti politici per attrezzare un percorso”.
“Sono d’accordo – commenta Sechi – ma mancano 3 anni“.
Poi magari ci pensa Salvini ad accorciare il tempo – ricorda sarcasticamente Bersani – Noi non è che assaltiamo il palazzo d’inverno“.

Le scintille tra Sechi e Bersani si replicano a fine trasmissione sull’autonomia differenziata, a proposito della quale l’ex segretario del Pd avverte: “Qui si fa un paese Arlecchino dove ciascun paese, tra 23 materie, fa quelo che vuole, caro Sechi. Ci tocca richiamare Garibaldi. Quindi, 3 anni ci sono ma sono lunghi”.

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