Sotto accusa è finita una scena di un attacco americano contro i soldati siriani
Sta scalando le classifiche di Netflix e in Italia è al primo posto della classifica dei film. C’era grande attesa attorno al thriller “Trigger Warning” con Jessica Alba. L’attrice interpreta l’agente delle forze speciali Parker in missione all’estero. Un giorno riceve la notizia della tragica e improvvisa morte del padre. Mentre cerca di capire cosa sia successo veramente, Parker diventa proprietaria del bar di famiglia nella sua città natale, dove ritrova l’ex fidanzato e ora sceriffo Jesse (Mark Webber), il suo irascibile fratello Elvis (Jake Weary) e il potente padre e senatore Swann (Anthony Michael Hall).
Parker è alla ricerca di risposte, ma quando deve fare i conti con una gang violenta che imperversa nella sua città natale, non sa più di chi fidarsi. Decisa a non fermarsi davanti a nulla pur di scoprire la verità, comincia a sfruttare la sua esperienza di agente speciale. Con l’aiuto del socio sotto copertura e hacker Spider (Tone Bell) e le conoscenze dello spacciatore locale Mike (Gabriel Basso), Parker tenta di capire cos’è andato storto nella contea di Swann.
A finire nell’occhio del ciclone delle polemiche, da parte di alcuni utenti della piattaforma che poi hanno scritto sui social, sono le accuse razziste verso una delle scene in cui si vedono dei soldati americani impegnati nella guerra in Medio Oriente – nascosti in un camion per gli aiuti umanitari – che sferrano un duro attacco ai soldati siriani. Poi il film non sarebbe piaciuto per alcune lacune dei dialoghi e delle sceneggiature. Nonostante questo la pellicola sta avendo un successo tangibile.