di Maurizio Contigiani

Mi rivolgo a Te, fascista di oggi. Sembri l’icona di una schizofrenia che coinvolge tutte le contraddizioni di questa decadente e indecente società occidentale. Invece di esserne il portabandiera, sei il simbolo della perdita di quelle ideologie passate, che tutto e tutti, nel bene e nel male, combattevano o avvaloravano. Le tue origini mussoliniane erano suffragate da pensieri e parole coerenti con quel mondo, oggi estranei al tuo confuso presente.

Il tuo comportamento odierno nei confronti degli alleati e dei nemici passati è incoerente. Mi ricordo come Giorgio Pisanò inquadrava lo sgomento della sua cattura, quando lui, dopo essere stato catturato, unico ad avere stampata una bandiera italiana sulla divisa, passava in mezzo ad un’orda di persone che lo sputavano, gli lanciavano pietre in faccia e tutto questo in “un delirio di bandiere inglesi e americane”. Oggi non sei più lo stesso. E’ inutile tendere ancora quel braccio teso, è inutile e stupido, anche se lo fai solo allo stadio.

Oggi sei un servo di quelle bandiere inglesi e americane, sei un servo e un simpatizzante di coloro ai quali, una volta, profanavi le tombe disegnandoci sopra le svastiche, sei uno stupido schiavo del fascismo moderno, quello profetizzato da Pasolini, basato su ben altre cose rispetto all’effimera e ignorante nostalgia che nutri per Mussolini o Almirante.

Sei talmente illuso e chiuso, sulle tue innocenti convinzioni, da credere ancora che votare Meloni o Salvini possa portarti a qualcosa in grado di soddisfare le aspettative che nutrivi quando avevi appena iniziato a raderti la testa. La Palestina era, per ovvie ragioni, un alleato di Hitler, oggi essere pro Palestina è di sinistra mentre Israele è destra. Ce l’hai ancora con i nomadi e non più con gli ebrei, troppo più comoda la guerra tra poveri.

Fascista di oggi, se continui così non sarai mai l’erede di niente, nemmeno il portavalori di principi, per me sbagliati, portati avanti con lealtà e coerenza. Sei lontano anni luce da quella panchina di Cannes, dove Mussolini e Nenni stettero tutta la notte per quel colloquio, così magicamente descritto da Scurati, da ricordare quello tra Gesù e il demonio di Saramago. Sei lontanissimo dal sentimento che portò Almirante nella camera ardente di Berlinguer.

Fascista di oggi, oggi non hai più nessuno che ti possa rappresentare, ma non sei il solo.

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