Non è bastato aver ritirato la controversa legge finanziaria che prevedeva gli aumenti delle tasse. In Kenya le proteste antigovernative continuano. E non solo nella capitale Nairobi dove la polizia ha cercato di disperdere i dimostranti, con gas lacrimogeni, per tenerli nuovamente lontani dal palazzo presidenziale. Infatti, come riportato dal sito Kenyans, nelle città di Mombasa e Migori, gli agenti hanno iniziato a sparare proiettili. Non di gomma, quelli veri: ci sarebbero diverse vittime. La conferma arriva dalla commissione nazionale per i diritti umani del Kenya (Knhrc). Mentre, secondo le Ong, le persone rimaste uccise nel corso delle proteste, da martedì scorso ad oggi, sono 23, con 165 i ricoverati al Kenyatta Hospital di Nairobi, in condizioni definite serie.
È nella capitale keniana che i moti di protesta si sono riaccesi. La polizia, infatti, ha sparato oggi, giovedì 27 giugno, nuovi gas lacrimogeni contro dei piccoli gruppi di manifestanti, come scrivono i giornalisti dell’agenzia di stampa Afp che sono sul posto. Decine sono i manifestanti che si sono diretti verso il quartiere degli affari di Nairobi, con gli agenti in tenuta antisommossa che hanno bloccato l’accesso lungo le strade che portano alla State House – l’ufficio del presidente del Paese William Ruto – e al parlamento.
Ma ad essere colpiti non sono stati solo i manifestanti. Nel mirino dei gas lacrimogeni della polizia keniota, infatti, anche le tende allestite da medici, volontari ed operatori umanitari di fianco alla Moschea Jamia, per fornire le prime cure ai dimostranti feriti. Un’azione che segna un’enorme preoccupazione espressa anche dall’associazione medica mondiale (Wma) che ha chiesto accesso illimitato per il personale sanitario e le ambulanze in mezzo all’escalation di tensioni. In una dichiarazione, rilasciato oggi e riportata da Citizen News, il presidente della Wma, Lujain Al Qodmani, ha sottolineato la necessità cruciale per gli operatori sanitari di “assistere i feriti, siano essi manifestanti o sostenitori del governo”.
“Pronti a marciare giovedì – 27 giugno – per occupare il palazzo presidenziale”. Hanno detto i manifestanti della Generazione Z, i protagonisti della protesta che, come riportato dal quotidiano The Standard, si stanno anche mobilitando sui social network. L’obiettivo è quello di portare sulle strade del Paese almeno 10 milioni di persone e nella capitale marciare verso i palazzi del potere che, da ieri, sono presidiati da un’imponente esercito di militari e polizia.
Era il 26 giugno scorso quando migliaia di manifestanti avevano preso d’assalto gli edifici del Parlamento a Nairobi, dopo la notizia dell’approvazione della legge finanziaria. I manifestanti si oppongono all’aumento delle tasse in un paese già messo in ginocchio dalla crisi economica, chiedendo le dimissioni del presidente Ruto. Una protesta che, però, era degenerata con il palazzo che era stato dato alle fiamme, fino a provocare la dura reazione della polizia e dell’esercito.
Ma ieri, il dietrofront del capo di Stato Ruto che, secondo quanto riportato dal sito del quotidiano The Star (ed altri media) non ha firmato il disegno di legge, rinviandolo nuovamente alla camera legislativa, con una serie di emendamenti che i deputati avrebbero dovuto prendere in considerazione. Non solo. Ruto aveva affermato che la sua amministrazione avrebbe coinvolto anche i giovani kenioti per “gestire gli affari del Paese” ed elaborare metodi di raccolta delle entrate.