Musica

Marlene Kuntz censurati dal Comune di Milano, via la parola “ca**o” dai manifesti. La band spegne le polemiche: “Nulla di grave. Ci sarà più gusto a cantarla insieme dal vivo”

Una scelta dettata dal codice di autodisciplina della comunicazione commerciale

di F. Q.
Marlene Kuntz censurati dal Comune di Milano, via la parola “ca**o” dai manifesti. La band spegne le polemiche: “Nulla di grave. Ci sarà più gusto a cantarla insieme dal vivo”

In molti hanno notato in giro per Milano un piccolo adesivo bianco col timbro del Comune, sopra il manifesto dei Marlene Kuntz che pubblicizza il concerto previsto al Castello Sforzesco del 2 luglio nel Cortile delle Armi per i festeggiamenti dei 30 anni di “Catartica”, disco d’esordio della band. La parole censurata è “ca**o” perché il titolo per esteso dello show è “Complimenti per la festa! Una festa del ca**o”, citazione del brano “Festa Mesta”.

“Ci hanno censurato! – ha commentato con ironia la band su Facebook per spegnere qualsiasi polemica – Nulla di grave o paragonabile ad avvenimenti ben peggiori, abbiamo solo dovuto coprire una parola sui manifesti del concerto di settimana prossima al Castello Sforzesco. Ci sarà ancora più gusto a cantarla insieme dal vivo!”.

In realtà il Comune può agire, in questo senso, secondo il codice di autodisciplina della comunicazione commerciale, formulato dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria. Nel regolamento infatti, tra le varie voci, sono vietate le affissioni che “debbano ritenersi indecenti, volgari o ripugnanti”.

Quindi le strade da percorrere erano due: l’organizzazione ristampava in toto i manifesti senza la parola ca**o oppure si adeguava con un piccolo adesivo da applicare sulla parola “incriminata”. Quest’ultima si è rivelata la soluzione certamente molto più economica e indolore, per questo è stata scelta.

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