La Nato ha un nuovo segretario generale. Sarà il premier uscente dei Paesi Bassi Mark Rutte che sostituirà l’ex primo ministro della Norvegia Jens Stoltenberg, in scadenza dopo 10 anni. Rutte, 57 anni, assumerà l’incarico a partire dal primo ottobre. “È un grande onore – ha detto – L’Alleanza è e rimarrà la pietra angolare della nostra sicurezza collettiva”.

Veti caduti – La nomina di Rutte è arrivata anche grazie alle mosse di Ungheria e Slovacchia, che hanno abbandonato le loro posizioni contrarie. Per Viktor Orban è stata decisiva la garanzia che l’Ungheria non dovrà fornire finanziamenti all’Ucraina o inviare personale nel Paese devastato dalla guerra. “Con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg abbiamo concordato che nessun membro del personale ungherese prenderà parte alle attività dell’Alleanza in Ucraina e nessun fondo ungherese sarà utilizzato per sostenerle. Il nostro prossimo passo questa settimana è stato quello di garantire che questo accordo possa resistere alla prova del tempo”. Rutte ha confermato questo impegno. Dopodiché è seguito a ruota il della Slovacchia: “Dopo aver consultato entrambi i candidati (Rutte e il presidente romeno Klaus Iohannis, ndr), la Repubblica slovacca può immaginare di sostenere il premier olandese Mark Rutte come capo dell’Alleanza”, ha detto recentemente il neo presidente Peter Pellegrini.

Le nuove sfide – Rutte, liberale che milita nel gruppo Renew, la famiglia politica europea creata da Macron, dovrà gestire fin da subito i casi più caldi. Al di là delle dispute sulla guerra russo-ucraina, avrà il compito di rendere la Nato un po’ meno americana e un po’ più europea a prescindere dall’ipotetico ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il tycoon, infatti, ha ribadito a più riprese le eccessive spese degli Stati Uniti per l’organizzazione, almeno dal suo punto di vista, e minacciato di uscire dall’Alleanza definendola “obsoleta”. Poi, Rutte dovrà anche occuparsi delle risorse: a oggi, contando la Svezia, 24 alleati su 32 spendono oltre il 2% del Pil in difesa, ma restano fuori dalla conta Paesi importanti come il Canada, il Belgio, l’Italia e la Spagna. Una sfida sarà proprio quella di trovare il modo per far spendere di più, e non di meno. Andando oltre ci sono poi i rapporti con gli alleati asiatici (Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda) in chiave anti Cina.

Accoglienza – “So di lasciare la Nato in buone mani. Mark è un vero ‘transatlantista’, un leader forte e un costruttore di consenso. Gli auguro di avere successo mentre continuiamo a rafforzare la Nato”, ha commentato Stoltenberg in occasione dell’annuncio del suo successore. Della stessa opinione è il presidente Usa Joe Biden: “È convinto che Mark Rutte sarà un grande segretario generale della Nato”, ha riferito il portavoce del Consiglio per la sicurezza americana John Kirby. Le congratulazioni sono arrivate anche dall’Italia attraverso il ministro della Difesa Guido Crosetto: “Lavoriamo insieme per costruire percorsi di pace. Gli attuali scenari richiedono comunità di intenti e condivisione di vedute. L’Italia continuerà a impegnarsi con determinazione per affrontare la complessa situazione internazionale”. Più fredda invece, come da pronostico, la reazione della Russia: “Difficilmente può cambiare qualcosa nella linea generale dell’Alleanza. Sia come Stati membri indipendenti sotto la guida diretta degli Stati Uniti sia insieme come Alleanza stanno lavorando per infliggere una sconfitta strategica alla Russia”, ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov.

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