In merito alla dichiarazione di Ilaria Salis, neo parlamentare europea, eletta dalle liste di Avs, si sta alzando un polverone, scomposto di prese di posizione morali e scandalistiche che, in realtà, sostanzialmente, tendono a nascondere le responsabilità di chi governa a livello nazionale, regionale e comunale. Ultimo è arrivato il Consiglio regionale della Lombardia che ha votato una mozione che sollecita l’Aler di Milano ad avviare procedure legali, per il recupero del presunto credito vantato nei confronti di Ilaria Salis per occupazione abusiva di casa popolare, includendo l’eventuale ricorso al pignoramento dei conti correnti e dello stipendio fino al completo soddisfacimento del debito accumulato.

Che si tratti di credito presunto è evidente, in quanto si tratta di una occupazione che risalirebbe a quando la Salis aveva 23, oggi 40enne, e che la vedrebbe occupante anche nel periodo di detenzione in Ungheria negli ultimi 16 mesi. Si tratta con tutta evidenza di una mozione provocatoria e propagandistica, ma che nella sua astrusità apre un varco. Si vedrà in seguito lo sviluppo degli impegni recati dalla mozione, ma ora questa mozione apre un altro versante ben più serio e che riguarda competenze e responsabilità dirette della Regione Lombardia e delle Aler di Milano e della Lombardia.

Mi attendo che, ora, il Consiglio regionale della Lombardia chiami la Giunta regionale e le Aler a rispondere di quel danno erariale che dipende a Milano e nel resto della Lombardia dalle ben 20.000 case popolari chiuse e inutilizzate per assenza di manutenzioni che le rendano agibili. La responsabilità di questo danno è sia politica che anche in solido dei gestori degli Aler, compreso quello di Milano, in quanto si nega a 20.000 famiglie di potersi vedere assegnata una casa e non si percepiscono affitti che deriverebbero dall’assegnazione degli stessi. Credo che, ora, sia necessario che anche la Corte dei Conti regionale apra un fascicolo sull’inutilizzo di 20.000 case popolari per assenza di manutenzioni straordinarie che sono una competenza della Regione nonché sui bilanci anche delle Aler, e sulla reale esigibilità di crediti per morosità varie messe a bilancio dall’Aler di Milano.

Le dichiarazioni di Ilaria Salis hanno il merito di avere evidenziato il fatto che ci sono case popolari sfitte, in Lombardia 20.000 e in Italia circa 90.000. Sarebbe da chiedere ai tanti neo difensori di destra, delle famiglie in graduatoria, cosa hanno fatto negli ultimi 30 anni per realizzare più case popolari, mentre mi risulta che sono gli stessi che hanno sempre propugnato e deciso la vendita delle case popolari.

C’è una verità, un assunto molto semplice, che nessuno di coloro che alzano il ditino contro Ilaria Salis, mette in evidenza, ma si sa i polveroni mediatici, servono a nascondere la polvere, quella vera, sotto il tappeto dell’ipocrisia. L’assunto è il seguente: se ci fossero case popolari a sufficienza non ci sarebbe alcuna occupazione, le famiglie nelle graduatorie avrebbero una casa e le famiglie sfrattate un passaggio da casa a casa. Se gli affitti fossero sostenibili ai redditi delle famiglie che oggi possono solo affittare una casa, non ci sarebbero sfratti per morosità che rappresentano il 90% degli sfratti?

Quelli che oggi fanno i finti scandalizzati rispetto alle dichiarazioni forti di Ilaria Salis parlano a vanvera, eppure sono gli stessi soggetti e aree politiche che negli ultimi trenta anni hanno detto che le case popolari non servivano più, che erano un retaggio novecentesco, da eliminare con buona pace delle 700.000 famiglie nelle graduatorie.

Voglio essere chiaro, io sono contrario alle occupazioni di case popolari ma la questione delle occupazioni non può e non deve essere affrontato a valle, ma a monte. Se le case popolari vengono occupate è perché sono libere e allora l’obbiettivo principale deve essere quello di evitare che ci siano case popolari lasciate vuote per mesi o anni. Di chi le responsabilità dell’occupazione di case popolari, lasciate colpevolmente vuote e inutilizzate, se non di chi gestisce quelle case popolari, sia un Aler o un Comune? Di chi le responsabilità delle 90.000 case popolari sfitte per mancanza di manutenzione, se non del governo, delle regioni e dei comuni?

E voglio essere ancora più chiaro occupare abusivamente un alloggio di un privato, utilizzato come prima casa di abitazione o casa popolare di un legittimo assegnatario, o stroncare occupazioni di alloggi pubblici gestite dalla criminalità organizzata, devono vedere un intervento immediato e la riconsegna in tempi brevissimi dell’alloggio al privato o all’assegnatario che deve rientrare subito nel suo alloggio adibito a prima casa di abitazione.

Detto questo gli attacchi della destra a Ilaria Salis sono strumentali e ipocriti finalizzati ad una propaganda di bassa lega, che non produce alcun passo avanti nell’affrontare una questione assai delicata che investe la vita di milioni di italiani. Per affrontare le questioni abitative non servono polveroni finto moralistici, ma si deve prendere di petto la questione della precarietà abitativa senza produrre finzioni della realtà. Governo, Regioni, in particolare la Lombardia, e i Comuni devono assumersi la responsabilità di politiche abitative pubbliche strutturali e di prevedere una gestione delle case popolari che non può far passare sotto silenzio l’esistenza di decine di migliaia di case popolari sfitte e della necessità di ulteriori case popolari. E questa non è una responsabilità di Ilaria Salis che ha posto un tema, un tema sul quale quando si esce dal clamore mediatico si vedono le amministrazioni pubbliche annaspare.

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