“La Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne”. A dirlo è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione del 44esimo anniversario della strage di Ustica. “Una strage di dimensioni immani – dice Mattarella – Rimasero uccise tutte le 81 persone a bordo del DC9 in volo da Bologna a Palermo. La Repubblica fu profondamente segnata da quella tragedia, che resta una ferita aperta anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica”. Il riferimento ai “Paesi amici” riporta alla mente l’appello che poco meno di un anno fa aveva pronunciato l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato riguardo alla Francia. Secondo la ricostruzione dell’ex premier, peraltro non nuova, l’aereo DC-9 che il 27 giugno 1980 si spezzò nei cieli di Ustica, precipitando nel mar Tirreno e uccidendo 81 persone a bordo di un volo di linea di Itavia, fu distrutto per errore da un missile francese destinato a uccidere il dittatore libico Muammar Gheddafi. La stessa versione fu resa resa nel 2007 da Francesco Cossiga – presidente emerito della Repubblica e capo del governo al momento dei fatti – sulla base della quale fu aperto un fascicolo d’indagine da parte della procura di Roma.

Un concetto che riprende anche Daria Bonfietti, storica presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica. “Non sono mica nemici la Francia, l’America, l’Inghilterra, il Belgio, che quella notte erano in cielo. Cosa ci facevano? Non riusciamo a farcelo dire? Non ci riesce la magistratura? Bene: che ci riesca la politica, il governo“. “La magistratura fa quello che può, fa le rogatorie – continua Bonfietti -. Mica può andare là con le armi a chiedere conto. Ci deve andare la politica, la diplomazia, a indurre comportamenti diversi”. Altrimenti? “Me lo chiedono sempre gli studenti che visitano il nostro museo e che a volte io accompagno. Loro mi dicono: gli facciamo l’embargo se non rispondono. Noi siamo stati capaci, lo siamo anche oggi, di fare l’embargo a qualche Paese perché non ci piace quello che sta facendo”. Sulle parole del capo dello Stato, sulla necessità di una collaborazione di Paesi alleati, Bonfietti commenta: “Siamo d’accordo, è quello che vado dicendo, da una settimana perché siamo vicini all’anniversario e da diversi anni”.

Mattarella rinnova oggi “una profonda solidarietà ai familiari delle vittime, che non si sono arresi davanti a opacità, ostacoli, distorsioni e hanno sempre cercato, pur in condizione di umana sofferenza, di fare luce sulle circostanze e le responsabilità della tragedia. La loro opera, unita a quella di uomini dello Stato che hanno compiuto con capacità e dedizione il loro dovere, ha contribuito a diradare nebbie e a ricostruire lo scenario di quel tragico evento. Sulla strada della ricostruzione della verità, passi significativi sono stati compiuti. Ne offre testimonianza il Museo per la Memoria di Ustica, aperto a Bologna“. Mattarella ricorda come “al tempo stesso la memoria sia anche trasmissione, ai più giovani, dei valori di impegno civile che sorreggono la dignità e la forza di una comunità e le consentono di affrontare le circostanze più dolorose e difficili”.

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