Due assessore di Fratelli d’Italia, una sottosegretaria e, per il resto, una squadra di uomini. A pochi giorni dalla proclamazione ufficiale, il presidente del Piemonte Alberto Cirio ha presentato ieri pomeriggio la sua nuova giunta. Oltre al governatore, ne fanno parte undici assessori e due sottosegretari. Del totale, soltanto tre sono donne: c’è la vicepresidente Elena Chiorino (Fratelli d’Italia), una delle conferme di questa giunta Cirio bis, che mantiene le deleghe a istruzione e lavoro. C’è poi la novarese Marina Chiarelli (anche lei di FdI), che guiderà l’assessorato a cultura, turismo, sport e politiche giovanili, prima divise tra due assessori della Lega. La terza donna è Claudia Porchietto (di Forza Italia, come Cirio), a cui andrà il ruolo di sottosegretaria, una delle figure introdotte l’anno scorso per aumentare il numero di poltrone da distribuire.

Per avviare questa sua seconda legislatura, Cirio ci ha messo pochi giorni a distribuire i ruoli di governo: “Abbiamo lavorato rapidamente perché il Piemonte ha bisogno di risposte – ha dichiarato –. È la migliore sintesi possibile che dimostra la compattezza del centrodestra, per la quale ringrazio i partiti che ci hanno accompagnato in queste settimane”. Il presidente ha anche aggiunto che la sua squadra “non ha avuto bisogno di grandi equilibrismi per individuare la miglior sintesi per la definizione del nuovo governo regionale”. D’altronde, visti i risultati, era chiaro che la Lega (scesa sotto il 10%) avrebbe ottenuto molti meno posti – soltanto due, più il ruolo di sottosegretario – rispetto a cinque anni fa, quando di assessorati ne aveva sette. A farla da padrone in questa legislatura è Fratelli d’Italia, che ottiene cinque assessori.

Spicca la conferma di Maurizio Marrone, meloniano d’annata, il più votato a Torino: entrato nella prima giunta di Cirio pochi mesi dopo l’arresto di Roberto Rosso per voto di scambio politico-mafioso, mirava a una poltrona forte, quella alla sanità o quella alla cultura, ma gli è stata confermata la delega alle politiche sociali, socio-sanitarie e abitative, ambiti in cui comunque potrà portare avanti la sua politica conservatrice. D’altronde negli ultimi anni si è fatto conoscere per il sostegno finanziario alle associazioni anti-aborto.

Nei retroscena post-elettorali, emergeva la volontà di Cirio di assegnare l’assessorato alla sanità (nella scorsa legislatura al leghista Luigi Icardi) a una figura tecnica, come già aveva fatto Roberto Cota con il manager Fiat Paolo Monferino. La scelta è ricaduta invece sull’ex sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi, altro esponente di FdI: “La scelta di non confermare Icardi è il chiaro segnale di quanto, in questi cinque anni, non si sia lavorato al meglio sul capitolo sanità”, sottolinea Sarah Disabato, la candidata del Movimento 5 Stelle alla presidenza, che nota anche come “a saltare all’occhio, in primo luogo, è la scarsa attenzione riservata alle donne nei ruoli apicali dell’esecutivo. L’unica nomina degna di nota è quella di Elena Chiorino, scelta come vicepresidente, ma per il resto le deleghe principali della giunta sono affidate, ancora una volta, a uomini”. Secondo la candidata Pd Gianna Pentenero, Cirio “ha presentato la nuova giunta ricordando che è la prima ad avere una vicepresidente donna tuttavia, non si è accorto che, oltre a quel ruolo, le donne sono comprimarie in un esecutivo fortemente ‘maschile’”.

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