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Avete paura di volare? Una famiglia di piloti spiega perché non dovreste, a cominciare dal come mai le turbolenze non dovrebbero spaventare

Ospiti del programma britannico This Morning, Henry Brewis, sua moglie Haley e suo fratello Tony hanno sfatato alcuni luoghi comuni

di F. Q.
Avete paura di volare? Una famiglia di piloti spiega perché non dovreste, a cominciare dal come mai le turbolenze non dovrebbero spaventare

In estate sono moltissime le persone che viaggiano in aereo e non tutte sono proprio felici di farlo. Il motivo? La paura. Ecco che il Daily Mail potrebbe aiutare coloro che ‘soffrono le pene dell’inferno’ al pensiero di stare coi piedi sulle nuvole. Racconta il tabloid britannico che il programma televisivo This Morning ha ospitato Henry Brewis, sua moglie Haley e suo fratello Tony, tutti e tre piloti. L’obiettivo, aiutare i passeggeri a capire e quindi ad avere meno paura. Prendiamo le turbolenze, sono davvero un pericolo concreto? “Le informazioni che ci vengono fornite per evitarle sono molto più precise ora, rispetto a 3 anni fa. Senza entrare troppo nella tecnica, quando abbiamo iniziato a volare avevamo semplicemente una cosa chiamata carta meteorologica significativa, che ci informava sulle correnti a getto e sui temporali. Negli ultimi due anni, invece, è stata sostituita da un grafico che ci dice dove si trova la turbolenza in modo che possiamo pianificarla attivamente o aggirarla. Per questo sono fiducioso che presto potremo evitare totalmente le turbolenze in volo”. Ma non si è parlato solo della sicurezza in volo (Haley Brewis ha assicurato che no, “un fulmine non può distruggere un aereo: è estremamente raro che lo colpisca ma anche qualora accada, non può abbatterlo”), si sono sfatati anche alcuni luoghi comuni non sempre veritieri. Per esempio, l’aria all’interno del velivolo non sarebbe così “viziata” come molti pensano: “In primo luogo, gli aerei sono dotati di filtri HEPA, cioè filtri standard ospedalieri per filtrare l’aria. L’aria viene fatta ricircolare molto frequentemente intorno alla cabina, tanto da poter considerare gli aerei come sale operatorie”.

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