Quello che sino a qualche ora fa sembrava impossibile, non lo è più. Dopo il dibattito presidenziale su CNN, i democratici pensano ormai apertamente di sostituire Joe Biden nel ticket presidenziale. Nel confronto con Donald Trump, il presidente è apparso confuso, esitante, mentalmente sconnesso. Trump travolgeva il suo rivale, i moderatori, il pubblico con una valanga di falsità e inesattezze. Biden annaspava, mormorava, incapace di offrire risposte articolate e dotate di senso compiuto. Di fronte a milioni di americani, è apparso insomma chiaro quello che finora la Casa Bianca e la leadership del partito hanno negato o cercato di nascondere. Biden, 81 anni, non è in grado di reggere altri quattro anni di mandato. “Sembrava che tra Biden e Trump ci fossero non tre, ma trent’anni di differenza”, ha detto David Plouffe, direttore della campagna di Barack Obama nel 2008. Si è trattato “di un dibattito molto deludente”, ha spiegato Kate Bedingfield, ex direttrice della comunicazione dei democratici. Secondo David Axelrod, altro collaboratore di Obama, “c’è da discutere se il presidente possa andare avanti”.

Questo primo dibattito televisivo doveva servire ai democratici per fugare i dubbi, alimentati dai repubblicani, sulle facoltà fisiche e mentali del loro candidato. L’esito è stato una conferma drammatica di quei dubbi. Sin dalla prima risposta, la voce di Biden è apparsa roca, debole, difficile persino da comprendere. “Dovete considerare che cosa mi è stato lasciato quando sono diventato presidente – qui un colpo di tosse – che cosa mi ha lasciato Donald Trump”. Nei giorni precedenti lo scontro TV, Biden e i suoi si erano rinchiusi a Camp David e il presidente era scomparso da molte occasioni pubbliche. “Ha il raffreddore”, era stata la giustificazione ufficiale della Casa Bianca. Il ritiro doveva invece servire per prepararsi al meglio, fisicamente e mentalmente, al dibattito di CNN (si erano anche diffuse, soprattutto in ambito repubblicano, voci che Biden ricorresse a farmaci per risultare più tonico e presente durante l’ora e mezza televisiva). Sin dall’inizio, è apparso invece molto chiaro che nessun ritiro preparatorio o farmaco poteva nascondere la realtà di un presidente pesantemente toccato dal passare degli anni.

Trump è partito subito con una serie di attacchi particolarmente aggressivi su tasse, inflazione, immigrazione. “Chiamo il confine meridionale il confine Biden”, ha spiegato Trump, accusando l’amministrazione democratica di aver permesso a terroristi e criminali di entrare illegalmente negli Stati Uniti. La risposta di Biden è apparsa così incerta e tentennante che lo stesso Trump è apparso sorpreso: “Non so davvero cosa abbia detto Non credo che nemmeno lui sappia quello che ha detto”. Esitazioni simili, il presidente le ha mostrate anche sui temi del Medicare e dell’aborto. Il suo procedere è apparso così oscillante e confuso che Biden ha perso l’occasione di fare quello che tutti si aspettavano: attaccare i repubblicani sul tema dell’aborto. La sua risposta alla questione è apparsa incoerente. Biden ha esordito parlando del desiderio di Trump e dei repubblicani di lasciare che gli Stati decidano sulla legalità dell’aborto. Poi si è avventurato in una serie di affermazioni che avevano probabilmente come scopo quello di mostrare che non tutti i migranti illegali sono stupratori, come sostengono Trump e alcuni repubblicani. “Ci sono molte giovani donne che vengono violentate dai loro suoceri, dai loro coniugi, fratelli e sorelle”. Il risultato è stato comunque incomprensibile. Biden si è persino dimenticato di citare l’aborto nelle sue conclusioni finali.

Sono stati 90 minuti durissimi tra i due, segnati da insulti e battute un tempo impensabili in un dibattito presidenziale. Biden ha accusato il suo rivale di essere “l’unico criminale condannato su questo palco”. Ha detto che Trump ha la “morale di un gatto randagio” e che ha fatto sesso con una pornostar mentre la moglie Melania era incinta. Trump ha replicato ricordando la condanna del figlio del presidente, Hunter, e sottolineando dimensione criminale “ad altissimo livello dei Biden”. Scintille anche sulla questione della Nato. In uno dei pochi momenti forti della sua performance, Biden ha sostenuto che Trump è disposto ad abbandonare l’Ucraina di fronte all’aggressione russa. “Questo vuole uscire dalla NATO. Rimarrai nella NATO?”, ha chiesto polemicamente il democratico, Al che Trump ha replicato: “L’unica ragione per cui tu puoi giocare con la NATO è perché ho convinto gli stati membri a stanziare centinaia di miliardi di dollari”.

Trump ha spesso ignorato le domande dei moderatori, usando il tempo a sua disposizione per vantarsi di quanto fatto nei quattro anni di mandato. Non ha interrotto ripetutamente Biden, come aveva fatto nel primo dibattito del 2020, ma lo ha martellato ripetutamente definendolo “il peggior presidente” nella storia degli Stati Uniti. Ha ripetutamente detto cose inesatte, o false, sui danni alla sicurezza sociale, sul riscaldamento climatico, sulla rivolta del 6 gennaio, sul fatto che il Dipartimento alla Giustizia sia stato coinvolto nelle cause giudiziarie statali a suo carico. CNN è stata tra l’altro accusata di non aver fornito un servizio di fact-checking durante il confronto, in modo da sottolineare la manifesta inesattezza delle affermazioni del candidato repubblicano. Va detto che sarebbe stato comunque difficile fermare il fiume di parole di Trump. E va detto che il repubblicano ha certo offerto, come sua abitudine, una realtà alternativa. Ma l’ha offerta in modo aggressivo e molto più convincente rispetto a quella confusa del suo rivale.

Sono bastati comunque pochi minuti di dibattito perché tra i democratici – sui social, nelle chat, nelle e-mail, nelle telefonate, nei tanti watch party organizzati in giro per l’America – si diffondessero sconcerto, delusione, paura per la prova del presidente. Le preoccupazioni sull’età di Biden, che covavano da mesi, sono esplose nel giro di qualche minuto. Per molti progressisti è ormai chiaro che con Biden si va alla sconfitta. Alcuni parlano della necessità di un ritiro di Biden, e di una open convention, una convention aperta a Chicago, ad agosto, in cui possa esser scelto un altro candidato. Sono solo ipotesi, quello che è certo è che da oggi, su Joe Biden e sui Dem allungano ombre lunghe e minacciose.

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