La vittoria del Rassemblement National al primo turno delle legislative anticipate di domenica prossima, 30 giugno, potrebbe essere schiacciante: secondo le previsioni dell’ultimo sondaggio Ipsos, pubblicato da Le Monde, il partito di Marine Le Pen riunisce il 32% circa delle intenzioni di voto, un risultato molto vicino a quello ottenuto la sera del 9 giugno alle elezioni Europee (31,4%).

Con il possibile 4% del partito della destra neo gollista, Les Républicains, guidato da Éric Ciotti, alleato di Le Pen, il blocco di destra-estrema destra potrebbe dunque riunire il 36% dei voti. Se il dato si conferma sarebbe un risultato “senza precedenti per questa famiglia politica – scrive Le Monde -. La bomba politica sganciata da Emmanuel Macron sciogliendo l’Assemblea nazionale ha fatto da trampolino di lancio all’estrema destra”. Brice Teinturier, mediatico direttore generale dell’Ipsos, parla di “un blocco RN incredibilmente potente”. Il “sussulto democratico contro gli estremi” invocato da Macron la sera della sua sconfitta alle Europee, contando sullo scudo del “fronte repubblicano” che gli ha già permesso di vincere due volte il duello per l’Eliseo contro Marine Le Pen, non solo rischia di non verificarsi, ma anche di rivoltarsi contro di lui. Il campo presidenziale è nel panico. Libération scrive: “L’angosciante prospettiva di vedere l’estrema destra insediarsi a Matignon ha quasi fatto passare in secondo piano un fatto politico importante di questa brevissima campagna legislativa: la scomparsa di Emmanuel Macron. Il capo dello Stato è oggi persona non grata, o quasi, all’interno della sua stessa maggioranza”.

Secondo l’Ipsos, la coalizione di Macron, Ensemble, si fermerebbe al 19,5% dei voti al primo turno di domenica, al terzo posto, sorpassata dall’unione delle sinistre del Nuovo Fronte Popolare (socialisti, verdi, comunisti e “indomiti” della France Insoumise), che arriverebbe secondo con il 29% delle intenzioni di voto (in crescita rispetto al 26,2% delle legislative del 2022).

In questa campagna elettorale lampo, Jordan Bardella, il giovane braccio destro di Marine Le Pen che ambisce al posto di primo ministro, ha saputo imporre nel dibattito i suoi temi di predilezione, rinviando tutto, tanto sul piano economico che sociale, alla lotta xenofoba contro l’immigrazione e all’immigrato, e sollevando una grossa polemica sulla proposta di vietare i posti “strategici” dello Stato ai francesi con la doppia nazionalità. Temi che in questo momento fanno presa sulla società francese. Pubblicato proprio in questi giorni, con il voto del primo turno delle legislative alle porte, il rapporto annuo della Commissione nazionale consultiva dei diritti umani (CNCDH) mostra un dato allarmante: che il razzismo cresce in modo significativo e inedito in Francia.

Nel 2023, il cosiddetto “indice di tolleranza”, che misura ogni anno l’evoluzione dei pregiudizi in Francia su una scala da 0 a 100, scende ancora, per il secondo anno consecutivo, perdendo 3 punti. Un calo “significativo e raro”, secondo il politologo Vincent Tiberj, coautore del rapporto, malgrado il risultato ottenuto tutto sommato non catastrofico, con un indice di tolleranza calcolato di 62 su 100, ancora piuttosto alto (negli anni 90 e 2000 era crollato al 50/100). “Una maggioranza dei francesi resta aperta alla diversità – spiega Tiberj a Le Monde -. Ma molti non votano, mentre i più radicali di destra si mobilitano nelle urne”.

Così il rapporto del CNCDH rivela che il 54% di chi vota Rassemblement National e il 26% di chi vota Les Républicains si considera “razzista”. L’immagine del partito d’estrema destra si “normalizza” sempre di più, poiché solo il 41% dei francesi, mai così pochi dagli anni 80, pensa che il RN sia un “pericolo” per la democrazia.

Ecco alcuni dati sconcertanti registrati dal CNCDH: il 51% dei francesi ritiene che “non si sente più a casa propria in Francia” (+8 punti rispetto ai dati del 2022), il 56% considera che “ci sono troppi immigrati in Francia” (+7) e il 43% pensa che “i figli di immigrati nati in Francia non siano veramente francesi” (erano il 21,4% nel 2022). Il 60% ritiene che gli immigrati vengano in Francia “per sfruttarne il sistema sanitario”. Per il CNCDH, questo rigetto dell’immigrato è “strettamente legato al rifiuto di una Francia percepita come sempre più multiculturale”. Tutte le forme di razzismo crescono, verso i neri, verso i musulmani, verso i rom e soprattutto verso gli ebrei, anche in conseguenza del conflitto a Gaza. Il ministero francese degli Interni ha calcolato per il primo trimestre 2024 un aumento del 300% degli atti antisemiti in Francia, rispetto allo stesso periodo del 2023.

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