Chi sono le due donne con cui il pregiudicato di camorra Salvatore Langellotto stava parlando nel primo pomeriggio del 27 maggio, nel cortile del suo condominio di Sant’Agnello (Napoli), violando gli arresti domiciliari? I carabinieri del Nucleo radiomobile di Sorrento non sono riusciti a identificarle. Alla vista della gazzella, sono scappate a bordo di un motorino Honda Sh blu. Per l’imprenditore edile, già condannato a quattro anni e mezzo per concorso esterno in associazione camorristica per i suoi pregressi rapporti con il clan Esposito dei Monti Lattari, è invece scattata la denuncia per evasione con richiesta di aggravamento della misura cautelare: secondo i militari, che hanno redatto un’informativa di reato di quattro pagine, deve andare in carcere. Langellotto è ai domiciliari sia per aver mandato all’ospedale il presidente del Wwf Terra del Tirreno Claudio d’Esposito, autore degli esposti che impedirono alle aziende della sua famiglia di realizzare 228 box sul terreno di un agrumeto Sorrento, sia per aver minacciato e perseguitato il giornalista del Fatto Vincenzo Iurillo, che aveva raccontato sia l’aggressione a d’Esposito sia la “benedizione religiosa” dei nuovi camion dell’imprenditore sul sagrato della chiesa di Sant’Agnello.

Si tratta di due distinte misure cautelari, eseguite a pochi giorni di distanza, tra fine gennaio e inizio febbraio. Per quella relativa alle minacce al nostro cronista, difeso dall’avvocato Salvatore Pinto, la Procura di Torre Annunziata – pm Antonio Barba, procuratore Nunzio Fragliasso – aveva chiesto al gip il carcere. La richiesta è stata ribadita con un appello al Riesame, che l’ha accolta in parte, ordinando di applicare all’indagato il braccialetto elettronico. La misura però non è ancora esecutiva, perché l’avvocato di Langellotto, Antonio Di Martino, ha presentato ricorso in Cassazione. Quindi Langellotto resta ai domiciliari senza cautele ulteriori, nello stesso parco condominiale dove risiede uno dei testimoni dell’aggressione a d’Esposito, e a cinquanta metri di distanza dall’abitazione di un’altra testimone. E poche settimane fa è stato sorpreso dai carabinieri fuori di casa a parlare con due sconosciute. Appena ha visto i militari, è corso a casa e si è cambiato: invece della camicia blu che indossava in cortile, aveva una maglia bianca. “Aveva altresì un forte affanno, dovuto alla corsa che aveva fatto pochi istanti prima”, scrivono i carabinieri nell’informativa. “Dichiarava falsamente di essersi recato nel parco perché la sua macchina non era funzionante”, aggiungono. Nonostante questo episodio, il giudice di Torre Annunziata nei giorni scorsi ha autorizzato Langellotto a recarsi senza scorta alla prima udienza del processo in cui è imputato, che si è svolta il 21 giugno e che è stata aggiornata a fine luglio. Che clima c’è su questo processo? “Da qualche settimana una persona di Sant’Agnello ha improvvisamente smesso di rispondere ai miei messaggi senza dare spiegazioni – racconta Iurillo – Fa il paio con un’altra persona che a febbraio, subito dopo aver letto un articolo sulle minacce di cui ero vittima, mi ha scritto ‘Vincenzo, non posso vederti più, mi dispiace, ma devo dar conto alla bimba, a mia figlia’”.

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