Un uomo armato di balestra ha ferito al collo un agente della polizia serba che sorvegliava l’ambasciata israeliana a Belgrado, venendo ucciso dallo stesso poliziotto. È successo intorno alle 11 di sabato 27 giugno: la notizia è stata confermata dal ministro dell’Interno dello Stato balcanico, Ivica Dačić. Il poliziotto, ha spiegato Dačić, “utilizzato l’arma per autodifesa, per sparare all’aggressore, che è morto a causa delle ferite riportate”. L’agente colpito era cosciente quando è stato trasportato nel principale ospedale di emergenza di Belgrado, dove verrà operato. Il ministero degli Esteri israeliano ha fatto sapere che nessun dipendente dell’ambasciata è stato ferito: al momento dell’attacco la sede diplomatica era chiusa.

Nel giro di poco tempo il ministro ha fornito l’identità dell’aggressore: si tratta di un giovane di 25 anni, Milos Zujovic, noto con il nome religioso di Salahudin, convertito all’estremismo islamico wahabita e originario di Mladenovac, cittadina a sud di Belgrado. Il giovane, ha specificato Dačić, viveva a Novi Pazar, città capoluogo del Sangiaccaro, regione nel sud-ovest della Serbia a maggioranza musulmana. Il ministro ha aggiunto che sono in corso controlli e perquisizioni in vari luoghi per far luce sui contatti dell’uomo.

Il premier serbo Miloš Vučević ha condannato l'”odioso atto terroristico”, definendolo “un atto insensato che non si può attribuire a nessuna religione e a nessun popolo”: “È l’azione criminosa di un singolo che ha un nome e un cognome, pertanto invito i cittadini a restare calmi e a non cedere alla propaganda di coloro che intendono creare conflitti da noi“, ha aggiunto. Lo Stato serbo, ha assicurato, “saprà rispondere con decisione alla minaccia del terrorismo”. Anche Usame Zukorlic, ministro senza portafoglio di religione musulmana, ha condannato l’attentato, affermando che ogni forma di violenza che mette in pericolo la vita delle persone è inaccettabile e contraria a tutti i valori.

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