Giustizia & Impunità

Corruzione in Liguria, il gip di Genova revoca i domiciliari all’ex capo di gabinetto di Toti: “Esigenze cautelari ridotte con le dimissioni”

Il gip di Genova ha revocato gli arresti domiciliari a Matteo Cozzani, ex potente capo di gabinetto di Giovanni Toti, arrestato il 7 maggio scorso insieme al governatore ligure con le accuse di corruzione e corruzione elettorale (quest’ultima con aggravante mafiosa). La gip Paola Faggioni ha accolto l’istanza della difesa convertendo la misura cautelare in quella, più lieve, dell’obbligo di dimora nel capoluogo regionale, con il divieto di uscire di casa dalle 19 alle 8 e l’obbligo di presentazione alla polizia per tre volte alla settimana: prescrizioni, si legge nell’ordinanza, che “consentono di mantenere un adeguato controllo sul comportamento dell’indagato”. Secondo la Procura, durante la campagna elettorale per le Regionali del 2020 Cozzani ha promesso posti di lavoro in cambio di voti alla comunità originaria di Riesi (Caltanissetta) nel quartiere genovese di Certosa, rafforzando così il potere del clan Cammarata appartenente a Cosa nostra.

Nel motivare la decisione la giudice attribuisce un peso decisivo alla scelta di Cozzani di dimettersi – già all’indomani degli arresti – dal ruolo di capo di gabinetto: “Pur a fronte della rilevante gravità delle condotte, il comportamento serbato dall’indagato (…) e, in particolare, le intervenute formali dimissioni dall’incarico costituiscono elementi che fanno ragionevolmente ritenere che le esigenze cautelari, sia pure ancora presenti, si siano ridimensionate“. Il braccio destro di Toti resterà però (almeno per ora) ai domiciliari, perché sottoposto a un’altra misura cautelare disposta dal gip di La Spezia nell’ambito di un procedimento parallelo per corruzione relativo ad appalti pubblici a Portovenere, comune di cui è stato sindaco fino al 2023: in particolare, secondo l’accusa, Cozzani si era impegnato “per agevolare in ogni modo la realizzazione di uno stabilimento balneare” su un’ex cava sull’isola Palmaria, paradiso naturale tutelato dall’Unesco, in cambio di varie utilità. Contro il provvedimento però il suo avvocato, Massimo Ceresa Gastaldo, presenterà a breve ricorso, che dopo la decisione genovese ha ottime probabilità di essere accolto.