Tutti restano al loro posto e i problemi si risolvono senza cambiare gli uomini. Al comando ancora Gabriele Gravina e in panchina sempre Luciano Spalletti. Non è bastata l’inquietante eliminazione contro la Svizzera agli ottavi degli Europei 2024. Questa è l’estrema sintesi della conferenza stampa del presidente della Figc, con al suo fianco il commissario tecnico, dopo l’imbarazzante prestazione degli Azzurri a Berlino. “Siamo tutti responsabili di quanto successo, ma non abbandoneremo questo progetto”, ha detto Gravina. Aggiungendo poi che “il ct ha la nostra fiducia“. Il resta della conferenza stampa è popolato da mezze spiegazioni, poche idee, nessun rimedio e la solita mancanza (o parziale) ammissione di colpe.

I fatti però parlando di una decisione senza precedenti (e senza vergogna). Nessun commissario tecnico è mai rimasto alla guida della Nazionale dopo un Mondiale o un Europeo fallimentare. Spalletti sarà il primo. Mentre Gravina era diventato presidente della Figc dopo le dimissioni di Carlo Tavecchio, che aveva lasciato per la mancata qualificazione al mondiale 2018 (con lui era stato cacciato anche Giampiero Ventura). Gravina invece è sopravvissuto alla mancata qualificazione al mondiale di Qatar 2022 e ora a uno degli Europei più brutti della storia azzurra, con in mezzo il tragicomico addio di Roberto Mancini. Il progetto di Gravina però potrebbe essere a breve scadenza: le elezioni dei vertici della Federcalcio sono alle porte e il mandato di Gravina scade a marzo 2025.

“È una giornata particolare, si è concluso per noi Euro 2024, ci sono tanti sentimenti e riflessioni che si accavallano”, ha esordito il presidente Figc in conferenza stampa dopo l’eliminazione dell’Italia. “Siamo dispiaciuti per non aver potuto riconfermare a tutti i tifosi italiani la gioia che meritano. Rimane purtroppo la delusione per non aver potuto dimostrare tutto quello che è stato fatto in fase di preparazione“, ha aggiunto. “Non abbiamo nulla da nascondere, siamo tutti responsabili. Ieri sera ho fatto una lunga chiacchierata con il mister, Buffon e la squadra. Impensabile risolvere i problemi abbandonando un progetto pluriennale, non si può abbandonare dopo 8 mesi. C’è da cambiare e rivedere qualcosa. I problemi li affronto con il lavoro. E si devono tenere distinte le responsabilità politiche da quelle tecniche“, ha dichiarato Gravina.

“Spalletti resta, in 60 giorni non fioriscono gli Mbappè”
Già queste parole sottolineano la volontà di non mollare la poltrona, da parte di nessuno. Infatti poco dopo Gravina che anche il ct resta al suo posto: “Spalletti resta. Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con il mister: sono pragmatico e penso sia impensabile risolvere i problemi abbandonando un progetto che dal primo momento abbiamo detto che sarebbe stato triennale. Ci saranno riflessioni profonde, ieri sera abbiamo iniziato a confrontarci con Spalletti. Dobbiamo crescere tutti“. Fiducia quindi nel tecnico di Certaldo, nonostante le pessime prestazioni a questo Europeo: “Fra 60 giorni inizia un nuovo appuntamento, non possiamo pensare che in 60 giorni in Italia fioriscano gli Mbappè, i Ronaldo e i Messi. Ci vuole pazienza. Abbiamo solo un’esigenza: attivare la politica della valorizzazione del talento, che c’è. Tutte le nostre nazionali giovanili sono qualificate alla fase finale. Ma non possiamo pensare di vincere l’Europeo che hanno dimostrato qualità ma presenze zero”, ha aggiunto il presidente della Federcalcio.

“Dimissioni? Nessuno può governarci dall’esterno”
Poi Gravina ha escluso anche le sue dimissioni: “Non scappo dalle responsabilità. Le critiche feriscono come quelle strumentali legate ad una richiesta di dimissioni. Quelle costruttive no, vanno ascoltate .Non esiste nell’ambito di una governance federale che qualcuno possa pretendere le dimissioni e governare dall’esterno il nostro mondo. Questo vale per la politica sia per tutti gli altri che chiedono le dimissioni sia di Gravina che di Spalletti. Non esiste“. Quindi il numero 1 Figc ha aggiunto: “La scadenza del mandato è a marzo 2025, le elezioni Figc non si possono fare prima delle Olimpiadi, alla prima data utile le faremo. Quella è l’unica sede deputata a scegliere legittimamente la governance per fare scelte progettuali. Quindi critiche sì, ma costruttive”. “Ricandidarmi alla presidenza della Figc? È assolutamente prematuro dirlo, non mi sono soffermato sulla voglia e sull’entusiasmo di continuare questo percorso che è molto impegnativo”, ha poi detto Gravina rispondendo a una domanda durante la conferenza stampa da Casa Azzurri a Iserlohn.

Il ct: “Non avete visto il miglior Spalletti possibile”
Oltre a Gravina, ha parlato anche il ct Luciano Spalletti: “Sono quello che ha più responsabilità, ma è un giochino che non faccio quello di tornare indietro, nella mia vita sono sempre stato attento a quello che devo fare successivamente, indietro non ci posso tornare, è chiaro che per quello che si è visto qualche cosa ho sbagliato, ho tentato di ringiovanire un po’ la squadra. Siccome rimango qui, in futuro sarà fatto ancora di più”. Poi il ct ha risposto alle domande dei cronisti: “Miglior Spalletti possibile? No, non lo avete visto in questi 10 mesi altrimenti farei discorsi diversi. Mi è stato detto di aver alzato troppo i toni, aver fatto uso di miti da seguire. Ma questa qui è la mia vita”. Il tecnico si è difeso: “Ci vogliono sempre esempi da seguire altrimenti cosa sarebbe il nostro percorso. Io sono entrato che c’era subito urgenza di risultati e per quello che necessitava il momento siamo stati bravi fino a un certo punto, non siamo riusciti a crescere in questo mini percorso fatto e ieri si è fatto un passo indietro importante che non si può accettare. Ma si riparte da lì, penso di sapere cosa fare. E lo metterò in pratica“. Spalletti ha aggiunto: “Il mio impegno sarà ovviamente totale, con le esperienze fatte e maggiori conoscenze”. E ancora: “È difficile trovare calciatori come Chiellini e Bonucci. Però si è visto che dando la possibilità a calciatori come Calafiori si può trovare della qualità. Dobbiamo credere che ci siano potenzialità che passano attraverso il gioco, senza dover essere quello votato a gestire altre cose”.

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