Il regista ha parlato del successo del suo primo film da regista Palazzina Laf al Corriere della Sera. Si tratta di un film di denuncia ambientato all'ex Ilva
L’esordio alla regia di Michele Riondino piace anche fuori dai confini italiani. Si chiama Palazzina Laf ed è stato proiettato al Mediterrane Film Festival di Malta e all’Italian Film Festival a Boston e Detroit. Come raccontiamo qui, per il suo esordio dietro la macchina da presa Riondino ha scelto un film di denuncia ambientato all’ex Ilva di Taranto e ha deciso di giocare in casa, continuando anche a recitare. E l’attore si è raccontato al Corriere della Sera: “Questo risultato me la sognavo di notte, accadeva solo in campo onirico. Sono io il primo a esserne meravigliato e sorpreso. Sono molto contento di come questa storia possa aver incuriosito diverse categorie di pubblico, con le sale stracolme, ma anche il comparto degli addetti ai lavori. Produttori e distributori erano preoccupati del tema, non essendo più abituati a vedere al cinema questo tipo di storie“. Riondino conferma che suo papà, suo fratello e i suoi zii hanno lavorato all’Ilva e che suo fratello si è ammalato: “Adesso è sotto controllo costante e sta bene(…). La nascita del male è imputabile, nel suo caso come in quello di tanti altri operai, al lavoro a stretto contatto con il carbone bruciato; respiravano, mangiavano e bevevano lì. Secondo i medici, il tumore al colon è una diretta conseguenza. Conosco diverse persone che non ce l’hanno fatta, è un bollettino di guerra. Le nostre telefonate, a Taranto, non iniziano con un ‘Ciao, come stai?’, ma con un ‘Come sta…? Ha fatto il ciclo? Come sta reagendo?'”. Un commento anche sull’incontro di pochi giorni fa a Taranto tra Carlo Rienzi, presidente del Condacons e Fedez che ha annunciato la volontà di fare una donazione per l’oncoematologia pediatrica. La domanda fatta dal Corriere è chiara, “vera beneficenza o pubblicità?”, la risposta di Riondino anche: “Le domanda ce la siamo posta pure noi. Non vogliamo togliere attenzione a Taranto, è bene che se ne parli. Non so però cosa sia venuto Fedez a fare e come la farà. Fa strano che sia arrivato senza avvisarci, senza rivolgersi a chi si occupa del problema da decenni, come noi che organizziamo l’Uno Maggio Taranto. In passato abbiamo chiamato diverse volte Fedez a esibirsi sul palco e non abbiamo mai ricevuto considerazione. Sono contento che ora si esponga con una donazione laddove ci sono medici e infermieri che andrebbero santificati perché combattono in prima linea una guerra. Invito tutti a fare un giro nei reparti oncologici, un posto di morte dove si respira un’umanità che fa bene al cuore. Quanto all’alleanza con il Codacons, avremmo potuto organizzare un incontro di wrestling in piazza a Taranto e avremmo potuto raccogliere molto di più“.