Bloccati nei locali dove stavano cenando, per strada davanti ai cumuli di fango o evacuati dalle loro abitazioni. Sono decine i turisti ed escursionisti sorpresi dall’ondata di maltempo che fra il pomeriggio del 29 e la notte del 30 giugno si è distesa sulle vallate alpine nord occidentali fra Piemonte e Valle d’Aosta lasciando dietro di sé una scia di danni, disagi e paura. Centinaia sono le persone rimaste intrappolate e salvate. Fra Montanaro e San Benigno (Torino) una famiglia belga si trovava sulle rive del torrente Orco quando è stata colta dall’improvvisa piena: sono stati tratti in salvo, compresa la piccola di tre mesi. “Eravamo in un hotel in Valnontey e ha cominciato a piovere forte, all’ora di cena ci hanno chiamato a causa di un’esondazione. C’era tanto fango, ci hanno spostate al piano più alto”, racconta Cinzia Consonni, turista di Genova evacuata in elisoccorso da Cogne. A Chialamberto, in località della Val Grande, interessata da una colata di fango e detriti, è stato evacuato un condominio di 50 persone, tutti trasferiti in una palestra e ora in attesa di rientrare nelle prossime ore nelle proprie case.

In venti sono rimasti bloccati a Ceresole Reale (Torino), dove erano saliti per un concerto. Una trentina di escursionisti è rimasta bloccata alcune ore nei rifugi ai piedi del Monte Rosa per l’uscita dall’alveo, in diversi punti, del fiume Anza nella zona dell’alpe Burki. “Ci hanno invitato a non muoverci ed aspettare i soccorsi”, dice uno di loro. Sono stati poi evacuati con l’elicottero dei vigili del fuoco. I vigili sono dovuti intervenire anche in pianura. A Mathi hanno trasferito due famiglie per il rischio di esondazione del torrente Stura di Lanzo. A Locana, in Valle Orco, 37 persone sono state trasferite a piedi da un ristorante rimasto isolato dopo una frana. “Sono stati momenti di paura ma ora va meglio e vogliamo tornare a casa il prima possibile“, hanno detto alcuni dei turisti soccorsi, tra cui italiani, francesi e tedeschi, che erano rimasti chiusi nel ristorante e sono poi stati aiutati dai vigili del fuoco nella notte per essere trasferiti in un centro appositamente allestito. Le stesse persone hanno potuto poi lasciare la struttura una volta liberate le strade dai detriti delle frane.

E gli albergatori di Aosta hanno raccolto le disponibilità delle strutture per offrire camere gratuitamente agli sfollati. “Tutte le disponibilità raccolte vengono comunicate prontamente alla Protezione civile che si occupa di coordinare l’emergenza”, spiega l’Adava, l’associazione valdostana degli albergatori. “La solidarietà è contagiosa – continua – proprio in questo momento stiamo ricevendo manifestazioni di disponibilità da tanti colleghi di altri comprensori regionali non colpiti dall’evento calamitoso”, dice Jeannette Bondaz, delegata di Adava. A Cogne (Aosta) una trentina di campeggiatori si è salvata grazie all’ospitalità di una albergatrice. C’è anche chi non ha voluto andarsene: “Qui siamo in alpeggio e abbiamo gli animali, non possiamo lasciarli soli” spiega Cristina, dell’agriturismo Alpe Burki.

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