Camorra

Bimba di 3 anni contesa dal clan De Martino: 9 arresti. La madre picchiata e minacciata con la pistola alla testa per portarla dai nonni paterni

Cortei armati per scortare i nonni paterni durante gli incontri con la nipotina. La madre picchiata “brutalmente” per non aver accompagnato la bambina a casa degli stessi nonni. Altri episodi di botte e minacce, anche puntandole una pistola alla testa. Sono i contorni di una vicenda che vede protagonista una bambina di appena 3 anni, contesa dal clan camorristico De Martino. La piccola è nata dalla a relazione tra una donna (senza legami con la criminalità organizzata) e il rampollo Salvatore De Martinodetenuto – della famiglia storicamente al vertice di una delle fazioni della camorra e operante nell’area orientale di Napoli e, in particolare, nel quartiere Ponticelli. Oggi i carabinieri di Torre del Greco hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli, su richiesta della Dda, nei confronti di 9 persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di atti persecutori, lesioni personali e detenzione e porto in luogo pubblico di armi, delitti aggravati dal metodo mafioso.

Gli arrestati – tra cui anche i nonni paterni, Francesco De Martino e Carmela Ricci – sono stati trasferiti presso il carcere di Secondigliano e di Santa Maria Capua Vetere. All’esito delle indagini è emerso che gli indagati hanno fatto ricorso ad imposizioni, progressivamente divenute più intimidatorie e prevaricatrici, affinché venisse loro garantito l’affidamento, in totale assenza di alcuna regolamentazione giudiziaria, della bambina. Gli investigatori hanno documentato l’esecuzione di veri e propri cortei armati degli affiliati al gruppo camorristico in questione per scortare i nonni paterni in occasione dei quotidiani prelievi e delle riconsegne della bambina.

La madre picchiata “brutalmente”
In una occasione, la bambina stava male e la madre decise di farla rimanere a casa a riposare dopo un mal di pancia. Una decisione che, però, non piacque affatto alla famiglia dell’ex: la donna, insieme con sua madre, fu pestata “prima presso un negozio gestito da cittadini cinesi, poi presso la sua stessa abitazione“. È quanto si legge nell’ordinanza relativa agli arresti di 9 persone del clan De Martino, come riporta LaPresse. L’aggressione avvenne davanti alla “silente e compiaciuta presenza degli stessi” nonni paterni e della bambina, che all’epoca dei fatti aveva poco più di un anno, che era in braccio alla nonna paterna. Il nonno, da parte sua, minacciò anche la donna e la sua famiglia di non andare a denunciare “evocando il proprio predominio criminale” nel quartiere Ponticelli.

Le minacce con una pistola alla testa
Le notizie della guerra di camorra in atto per il controllo del territorio a Napoli est avevano spaventato la madre della bimba contesa, avuta con il rampollo del clan De Martino. Così “temendo per l’incolumità” della figlia aveva iniziato ad “accampare scuse e pretesti” per “diminuire il numero di incontri tra la bambina e la famiglia paterna”. Un atteggiamento che, però, ha ulteriormente inasprito una situazione tesa al punto che il padre della bambina, Salvatore De Martino, minacciò di morte la donna, anche puntandole una pistola alla testa “intimandole di fargli vedere regolarmente la figlia”, si legge sempre nell’ordinanza. “Fin dalla nascita”, nel 2021, al momento in cui fu arrestato, nell’agosto del 2023, “era solito minacciare” la donna: “ci sarebbero state conseguenze nefaste” nel caso in cui avesse iniziato una nuova relazione. Nella vita della figlia “non dovevano esservi altri uomini“, scrive ancora il gip di Napoli.

Il padre-detenuto comunicava grazie a una guardia compiacente
Le comunicazioni costanti dal carcere dove il padre della bimba contesa era rinchiuso avvenivano “tramite un profilo Instagram” con la complicità di una guardia penitenziaria. È quanto si legge nell’ordinanza relativa agli arresti. “Ci ho parlato spesso – racconta la donna – e so che viene messo a conoscenza di tutto quello che accade”. Così, di fronte a ogni ‘frizione’, qualcuno dall’esterno inviava un messaggio a Salvatore De Martino chiedendogli di chiamare “appena possibile”. È la stessa madre della bambina contesa a raccontare ancora che De Martino si era raccomandato di “non contattarlo a inizio settimana, ma nel fine settimana” perché “c’è una guardia penitenziaria che è d’accordo con lui che gli consegna il telefono”.