Un Paese con il fiato sospeso in attesa del secondo turno delle elezioni legislative. La Francia dovrà aspettare il 7 luglio prossimo, giornata di voto per ballottaggi e triangolari, per sapere se alla fine Marine Le Pen avrà i numeri sufficienti per andare al governo. Sono ore di massima tensione di una fase che nessuno, da una parte e dall’altra, esita a definire storica. In ballo ci sono 577 seggi e al primo turno ne sono stati assegnati solo 76: 38 al Rassemblement National e agli alleati (arrivato in testa con il 33,14% dei consensi); 32 al Nuovo Fronte Popolare della sinistra (27,99%); due per il partito del presidente Ensemble (20,4%); uno per i Repubblicani (10,7%). Fra sette giorni ci saranno 191 ballottaggi, 305 triangolari e 5 quadrangolari. Da quelle sfide si decideranno i prossimi equilibri e, soprattutto, si deciderà chi potrà puntare a formare l’esecutivo.
Le proiezioni sui seggi e il numero di ritiri – Al momento, la possibilità che il partito di Le Pen abbia la maggioranza assoluta esiste, ma non è la più probabile. Le ultime proiezioni di Ipsos/Talan parlano di una forbice tra i 230 e i 280 seggi, ovvero un numero non sufficiente per arrivare ai 289 necessari. In particolare, si ipotizza che siano tra i 204 e i 244 seggi per i candidati del RN e tra i 26 e i 36 seggi per i Repubblicani che hanno deciso di seguire l’estrema destra. Si trattano di analisi variabili: secondo le proiezioni di Ifop-Fiducial per le Figaro, al RN andrebbero tra i 240 e i 270 deputati; al Nuovo Fronte Popolare tra i 180 e i 200; a Ensemble tra 60 e 90; ai Repubblicani tra 30 e 50. Ma tutti gli esperti chiedono prudenza: “Sono stime che applicano uno scenario nazionale ai 577 collegi elettori”, ha spiegato François Kraus, direttore di Politica e Attualità dell’Ifop a le Figaro. Diverse ancora sono le stime di Elabe che, invece, ha dato al Rassemblement National una maggiore probabilità di avere la maggioranza assoluta (fino a 300 seggi).
I calcoli non tengono conto ancora dei ritiri che ci saranno al secondo turno. Per ora, secondo i conteggi di le Monde, sono 173 i candidati arrivati terzi che si sono ritirati in funzione anti-estrema destra. Si tratta dei cosiddetti “désistements“: di questi 122 sono da parte di candidati della gauche, 50 della maggioranza presidenziale Ensamble e uno da parte di un candidato dei Repubblicani (LR). I politici hanno tempo fino al 2 luglio alle 18 per decidere se ritirarsi.
Il Rassemblement National in testa – Un dato fondamentale c’è e riguarda i numeri assoluti: il partito di Marine Le Pen e i suoi alleati hanno preso 10,5 milioni di voti. E i candidati rimasti in campo sono in vantaggio in 258 circoscrizioni. Un risultato sorprendente e tra i migliori di sempre per l’estrema destra. Alle Europee di tre settimane fa, con una affluenza minore (25 milioni contro 32), i voti per Bardella erano stati 7 milioni e 767mila (31%). Ovvero, la spinta alle urne ha riguardato chi voleva opporsi all’arrivo al potere del RN, ma ha anche mobilitato nuovi sostenitori di Bardella e Le Pen. Se si fa un confronto con il primo turno delle presidenziali del 2022, quando l’affluenza è stata più alta (73,5 contro il 65), il RN ha ottenuto quasi 2,5 milioni di voti in più. E il traguardo di ieri si avvicina al risultato di Marine Le Pen, nella stessa competizione ma al secondo turno, quando ha preso 13 milioni di preferenze. Alle legislative del 2022, il partito aveva ottenuto il 18,68 per cento dei consensi al primo turno.
Interessante anche notare dove, in questa tornata, il RN è andato piu forte: secondo l’inchiesta realizzata dall’istituto Ipsos Talan, il partito nazionalista è arrivato primo tra i pensionati (tradizionalmente favorevoli a Macron), con il 31% dei favori (contro il 12% alle precedenti elezioni politiche del 2002), ma anche tra le donne (32% contro il 17% del 2022) e i più benestanti (32% contro il 15% del 2022). L’estrema destra si è poi affermata anche tra gli under 35 (32% contro il 18% del 2022) o nelle grandi città (28% contro il 13% del 2022). I risultati più deludenti sono stati realizzati tra manager e pluridiplomati, ma anche in questa fascia l’adesione al lepenismo raddoppia, dall’11% del 2022 al 22% del 2024. Il partito in generale ha ottenuto almeno il 30% in tutte le fasce d’età, con un picco del 40% tra i votanti di 50-59 anni.
Il Nuovo fronte popolare della sinistra regge e fa meglio del passato – L’unione della sinistra, ricomposta in poco meno di cinque giorni, non ha solo retto all’ondata dell’estrema destra. Ma ha anche migliorato il risultato delle legislative del 2022, quando si presentarono insieme sotto l’etichetta Nupes e presero il 25% delle preferenze e 5,8 milioni di voti. Oggi sono secondi con quasi nove milioni di voti. Solo alle Europee di inizio giugno, i partiti che fanno parte della coalizione sono andati da soli: la France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon ha fatto il 10 per cento, prendendo 2 milioni e mezzo di preferenze. Tre settimane fa erano andati meglio, a sorpresa, i socialisti con il 13,3% delle preferenze (3 milioni e mezzo di voti). Analizzando la composizione dell’elettorato, l’inchiesta Ipsos Talan mostra che circa metà dei giovani tra i 18 e i 24 anni (48%) ha scelto il cartello di sinistra Nouveau Front Populaire, ma tra questi il RN incassato comunque il 33% contro il 9% di Ensemble pour la République, la coalizione centrista di Macron. La gauche inoltre, si è piazzata in testa tra i più istruiti con il 37% dei favori contro il 22% di Rn e Ensemble.
La sconfitta di Macron e del campo presidenziale – Infine, Ensemble, il partito del presidente della Repubblica, è arrivato terzo con 6 milioni e 400mila voti (20%). Una sconfitta perché Macron era convinto di riuscire a mobilitare molte più persone. Una crescita c’è stata, ma non abbastanza. Alle Europee infatti, avevano preso 3 milioni e 614mila (14%) voti. Quindi con la crescita dell’affluenza, c’è stata anche una crescita di chi è andato a votare a favore della formazione del capo dell’Eliseo. Alle presidenziali del 2022, al primo turno Macron prese quasi 10 milioni di voti e al secondo quasi 19. In questa tornata di legislative, si vede chi ha scelto il campo presidenziale sono i più anziani (32%), che si sono espressi meno per il Rn (29%) e per la coalizione di gauche (18%).