A chi appartiene il kebab, conosciuto dai tedeschi come Döner? Questa è la domanda che sta suscitando un acceso dibattito tra Turchia e Germania. L’Associazione Internazionale del Kebab, con sede a Istanbul, ha recentemente presentato una richiesta all’Unione Europea per definire il kebab come “patrimonio culturale turco”. Ma la Germania non ci sta. La richiesta turca ha scatenato un’immediata reazione tra i kebabbari tedeschi: in Germania, il Döner è considerato un piatto nazionale, un simbolo del contributo dell’emigrazione turca alla cucina locale. Non solo: lo spiedo girevole su cui cuoce è stato brevettato dai turchi-tedeschi negli anni Cinquanta, e molte migliorie tecnico-industriali tedesche hanno contribuito a farlo diventare lo street food per eccellenza.
Ma andiamo con ordine. Tutto è iniziato lo scorso aprile, quando il cancelliere tedesco Steinmeier fece visita al presidente turco Erdogan portando con sé un kebabbaro: nonostante i notevoli contributi della comunità turca in Germania, inclusi scrittori, politici e sportivi come il capitano della nazionale di calcio Ilkay Gündogan, molti hanno visto questo gesto come un perpetuarsi di cliché. Steinmeier aveva difeso la sua scelta dicendo: “Anche questa è integrazione, quando adotti il cibo altrui”. Il giorno stesso della partenza del Cancelliere, l’Associazione Internazionale del Kebab di Istanbul si è rivolta a Bruxelles, ritenendosi la custode delle origini del kebab. Perché rivolgersi all’Ue? La Turchia, nonostante il suo processo di adesione all’UE sia politicamente fermo dal 2005, è formalmente ancora in piedi, il che consente a Bruxelles di emettere un riconoscimento ufficiale del kebab come “unico e originario” dei richiedenti, a meno che qualche Stato membro non sollevi obiezioni entro questa settimana.
La richiesta è stata motivata dalla necessità di proteggere il patrimonio culturale e gastronomico turco, ma ha inevitabilmente acceso un dibattito sulle identità culturali e sulle influenze migratorie. “Siamo fieri delle nostre radici e del nostro patrimonio gastronomico. Il kebab rappresenta una parte importante della nostra cultura e crediamo che debba essere riconosciuto come tale dall’UE”, ha dichiarato il presidente dell’Associazione Internazionale del Kebab. Dall’altra parte, i kebabbari tedeschi esprimono preoccupazione: “Il Döner è diventato un simbolo dell’integrazione turco-tedesca. Non possiamo accettare che venga regolamentato in modo così restrittivo da Bruxelles”, ha affermato il portavoce dell’associazione di categoria. Il procedimento dell’Ue non si limita infatti a un riconoscimento culturale: definirebbe anche dettagli tecnici come il taglio di carne, la percentuale di grasso, il pH, le spezie utilizzate e la distanza dello spiedo dalla fonte di calore. Neanche a dirlo, un’eventuale approvazione rappresenterebbe un incubo burocratico e un surplus di lavoro per gli ispettori del ministero della Salute tedesco.