Per ora i mercati stanno a guardare. C’è anzi un po’ di sollievo visto che l’avanzata del Rassemblement National di Marine Le Pen non è stata così impetuosa come alcuni sondaggi lasciavano presagire. Al secondo turno esiste la possibilità che l’estrema destra venga arginata da un’alleanza tra il partito di Macron e la sinistra. I rendimenti dei titoli di Stato, l’indicatore che più vicino riflette il rischio paese, sono leggermente saliti ma senza strappi. Un decennale francese paga il 3,34%, 5 punti base in più di ieri. Il Btp italiano, uno dei bond europei che più risentono delle turbolenze nell’area euro, è salito al 4,1% (+ 3). Per entrambi scende il differenziale (spread) con l’equivalente titolo tedesco, oggi al 2,6% (+ 11 punti).

Discorso non dissimile per le borse. Parigi e Milano sono quelle che hanno fatto meglio in Europa, rispettivamente + 1,1% e + 1,7%. Francoforte ha guadagnato lo 0,3%, Madrid l’1%. Come sempre in queste giornate di “rasserenamento” sui titoli di Stato e il rischio di di instabilità finanziaria, vanno bene le banche. In Francia Bnp Paribas sale di quasi il 4%, Credit Agricole del 4,8%. A Piazza Affari, Unicredit in rialzo del 4% ed Intesa Sanpaolo del 3,6%. L’euro è in rialzo sul dollaro dello 0,3%. Nel corso del weekend il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, ha affermato che la Banca centrale europea non dovrebbe intervenire in soccorso dei bond francesi qualora l’evoluzione politica innescasse una crisi del debito. Un avvertimento che non sembra aver scosso più di tanto i mercati, confidenti che la Bce, guidata dalla francese Lagarde, qualche cosa farà se ce ne fosse bisogno.

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