Licenziamenti indiscriminati, razzismo, molestie sessuali. Emerge questo ed altro dall’inchiesta condotta dal Wall Street Journal sul World Economic Forum di Davos, l’appuntamento in cui ogni anno si ritrovano le élite globali per discutere di “come rendere il mondo un posto migliore”, nell’ambito di una inscalfibile devozione al credo neoliberista. L’indagine attiene al periodo della lunga presidenza di Klaus Schwab, ottantenne fondatore del Forum che ha lasciato la carica di presidente esecutivo lo scorso maggio, mantenendo comunque un incarico di rappresentanza.

Le tante testimonianze raccolte dal quotidiano statunitense dipingono condizioni di lavoro che sono l‘antitesi di tutto quello pubblicamente proclamato dall’organizzazione su parità di genere, rispetto delle diversità etc.. Almeno sei dipendenti donne sono state, ad esempio, licenziate, o hanno subito pesanti penalizzazioni, mentre erano incinte oppure appena rientrate dal congedo di maternità. Un’altra mezza dozzina di persone ha confessato di aver subito molestie sessuali da parte di dirigenti senior, alcuni dei quali tuttora in servizio. Altre due dipendenti hanno affermato di essere state importunate da prestigiosi ospiti delle riunioni del Forum dove era dato per scontato che il personale femminile fosse a completa disposizione dei partecipanti.

Circa un anno fa, avendo deciso di voler ringiovanire l’immagine del personale, Schwab ha ordinato al responsabile delle risorse umane Paolo Gallo di licenziare un gruppo di dipendenti con più di 50 anni. Gallo ha rifiutato, sottolineando come per licenziare una persona debba sussistere un motivo ragionevole, il responsabile è stato quindi licenziato a sua volta da Schwab poco dopo. Molti poi i resoconti di un episodio accaduto nel 2017 quando il presidente del Forum scelse una giovane donna per sovraintendere ad un’iniziativa dedicata alle start up, salvo poi allontanarla dal posto di lavoro dopo che la donna aveva comunicato di essere incinta. Diversi i reclami interni di cui dà conto il Wall Street Journal dopo che i manager bianchi del forum hanno usato la sigla N per classificare i dipendenti neri. I dipendenti di colore hanno anche presentato reclami formali ai responsabili del Forum per essere stati ignorati per promozioni o esclusi da Davos.

Ogni anno lo stesso World Economic Forum pubblica il “Global Gender Gap Report” che descrive in dettaglio i progressi di vari paesi verso la parità di genere. Alcune delle accuse di maltrattamento provengono da ex membri dello stesso team che l’ha creato. “La cosa più deludente è stata quella ci constatare la distanza tra ciò a cui afferma di puntare il Forum e ciò che invece accade dietro le quinte”, ha affermato Cheryl Martin, un’ex funzionaria del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti che ha ricoperto il ruolo di alto dirigente del Forum. “È un’istituzione psicologicamente violenta e non capisco come possano avere la credibilità necessaria per scrivere questo rapporto sul divario di genere e dettare il modo in cui le economie e le industrie vengono gestite a livello globale”, ha affermato un’altra addetta.

Il quotidiano ha intervistato più di 80 tra dipendenti ed ex dipendenti con incarichi che vanno dagli anni ’80 fino a oggi. Alcuni di loro si sono uniti grazie a quello che descrivono come un trauma condiviso in un gruppo WhatsApp chiamato “WEFugees” che conta centinaia di ex dipendenti. “È stato angosciante vedere i colleghi chiudersi in se stessi in seguito alle molestie da parte di personale di alto livello, passare dall’essere socievoli e allegri all’autoisolamento” ha affermato Farid Ben Amor un ex dirigente dei media statunitensi che ha lavorato al Forum per più di un anno prima di dimettersi nel 2019. Le donne dello staff hanno detto che i loro colleghi, soprattutto quelli maschi, spesso facevano commenti sul loro aspetto. “C’era molta pressione per essere belli e indossare abiti attillati“, ha detto una donna che ha lavorato lì negli anni 2010. “Mai nella mia carriera avevo visto l’aspetto fisico avere così tanta rilevanza come in questa organizzazione”, ha aggiunto.

Un’ altra testimone ha detto che era normale per le giovani dipendenti ricevere proposte dai partecipanti agli eventi del Forum. A un summit del Wef Africa, ricorda che un amministratore delegato le chiese se voleva tornare nella sua stanza e bere con lui uno speciale whisky giapponese. Lei disse di no. Altre tre donne che lavoravano a Ginevra a stretto contatto con Schwab, una receptionist, un’assistente personale e una dipendente, hanno dichiarato che il per diversi anni il presidente ha rivolto loro commenti allusivi che le hanno messe a disagio. Il Forum ha mantenuto in servizio, e in alcuni casi promosso, una dozzina di manager contro i quali sono stati presentati reclami specifici nel corso degli anni.

Secondo una denuncia inviata a Schwab e a un altro dirigente, nel 2010, durante una campagna di vaccinazione antinfluenzale, Malte Godbersen, attuale responsabile della tecnologia e dei servizi digitali, si è finto un medico quando si è presentata una giovane collaboratrice. Ha posto domande mediche e ha risposto affermativamente quando lei le ha chiesto se doveva togliersi la maglietta, ma prima le ha chiesto di muovere il corpo in posizioni diverse. Quando entrò il vero medico la giovane donna si rese conto di essere stata ingannata. Jeremy Jurgens, un altro importante membro dello staff che aveva assistito alla scena si è semplicemente messo a ridere. Il Forum ha replicato che si trattò di un malinteso e che Godbersen si è scusato. È stato rimproverato e gli è stato ridotto il bonus, Godbersen, che rimane al Forum, non ha risposto alle richieste di commento.

La dipendente di colore Tiffany Hart ha detto che un dirigente le ha posto domande sulla sua parrucca e, mentre brandiva dei fiammiferi, le ha chiesto se poteva darle fuoco. In un altro momento, ha detto che lui le aveva detto: “Se avessi saputo che avevi la dislessia, non ti avrei assunto”. Ha aggiunto di aver denunciato inutilmente l’episodio alle risorse umane. Il Forum ha affermato di non essere a conoscenza delle accuse. Quando un altro dirigente, Roberto Bocca, l’ha rimproverata e l’ha chiamata “stronza” durante una call, le risorse umane hanno ignorato il suo reclamo spiegando che Bocca era semplicemente “italiano e molto appassionato”. Bocca non ha risposto alle richieste di commento da parte del Wsj.

Il portavoce del Wef Yann Zopf, riporta il Wall Street Journal, ha affermato che l’inchiesta avrebbe “travisato la nostra organizzazione, la nostra cultura e i nostri colleghi, incluso il nostro fondatore”. Ha poi sottolineato come l’organizzazione abbia una politica di tolleranza zero per molestie o discriminazioni. Il Forum ha aggiunto che molti degli episodi descritti dal Wsj, compresi quelli relativi alla presunta discriminazione in gravidanza, hanno coinvolto ex dipendenti che erano stati licenziati per motivi di rendimento o nell’ambito di ristrutturazioni. Ogni anno il Wef incassa ricavi per circa 400 milioni di dollari e conta un migliaio di dipendenti, per lo più tra Ginevra e New York. Il Forum è un’organizzazione internazionale ma è anche un’ “impresa di famiglia”. I due figli di Schwab ricoprono ruoli di rilievo nell’organizzazione e sua moglie è copresidente della Fondazione Schwab per l’imprenditoria sociale, organizzazione collegata al Forum..

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