Dire caos è poco. La situazione a Salerno è esplosiva, con un allenatore ufficializzato poco più di dieci giorni fa e pronto a dimettersi. La discesa agli inferi dei campani si sta dimostrando ancora più complicata del previsto: la retrocessione dopo una stagione complicatissima non è stata ancora digerita, e la programmazione non solo va a rilento, ma addirittura in retromarcia. E ora Iervolino è costretto a rivedere tutto. La situazione, già di per sé precaria, si è incrinata del tutto ieri, quando è fallita in maniera irrimediabile la trattativa tra il presidente dei granata e la Brera Holdings, società con sedi a Milano e Dublino e già proprietaria di diversi club di calcio in giro per il mondo (ha pure delle quote Giuseppe Rossi, l’ex attaccante). Sarebbe stato capitale garantito, soldi freschi da reinvestire sul mercato e permettere al nuovo ds Petrachi di costruire una squadra pronta a risalire. Di qui, l’accordo con Andrea Sottil, che ha rinunciato a diverse proposte per accettare questa sfida. La firma sul contratto dell’ex Udinese era arrivata il 20 giugno scorso, alle 19. La curiosità è che dieci giorni dopo, proprio alle 19, Sottil ha comunicato a Petrachi di non voler proseguire.
Il motivo? Non solo le promesse sul mercato che per forza di cose saranno disattese (si stava lavorando in attacco al ritorno di Coda, per esempio, ma i costi ora sono improponibili), ma anche perché sono state bloccate tutte le firme ai collaboratori di Sottil stesso. Insomma, mezzo staff fuori uso, un ridimensionamento notevole sui nuovi arrivi e una politica economica che sarà di fatto molto conservativa. A meno che Iervolino non riesca a trovare nuovi investitori, ma non può essere una cosa semplice e immediata. Sottil nella giornata di oggi si dimetterà. Petrachi, in cerca di rilancio dopo essere rimasto fermo qualche anno, invece resta. E ora cercherà un allenatore più giovane, ed economico, da cui ripartire. Il tutto, mentre i tifosi stanno in silenzio. Ed è un silenzio glaciale.