L’impianto tmb della discarica di Sicula Trasporti di Lentini (Siracusa) chiude di nuovo. Già la settimana scorsa la Sicilia si era trovata nel pieno di un’emergenza rifiuti, con oltre duecento comuni finiti nel caos per il blocco dell’impianto. Poi però il governatore Renato Schifani aveva riaperto la discarica “transitoriamente” per venti giorni, “sotto lo stretto monitoraggio e controllo degli organi competenti”. Eppure, solo sei giorni dopo, gli amministratori giudiziari di Sicula Trasporti hanno informato la Regione di non poter “materialmente proseguire l’attività di trattamento e di ricezione oltre il 2 luglio, riservandosi peraltro di limitare i conferimenti già dal 1° luglio se le condizioni di sicurezza lo richiedessero”. Insomma, il sito è già saturo in meno di una settimana. Ma com’è possibile, se la Regione aveva stimato che potesse reggere ancora per venti giorni?
Nella nota diffusa alla stampa, Sicula spiega che a partire dal 26 giugno, giorno della riapertura, l’impianto ha raccolto “tutto il rifiuto conferito dai comuni, ovviamente eccedente le normali quantità”. Inoltr, è stato richiesto “l’avvio delle procedure di omologa”, ovvero le verifiche sulle caratteristiche del rifiuto in entrata, a quattro società che gestiscono altri impianti nell’isola, per poter conferire gli scarti in altri siti. Ma solo la “Impianti Srr Ato 4 CL” per il tmb di Timpazzo (Gela), e la “Catanzaro Costruzioni” per quello di Siculiana (Agrigento) hanno risposto: quest’ultima effettuerà “il prelievo per l’avvio della procedura di omologa, che richiederà non meno di 15 giorni, il 2 luglio”. Nel frattempo, Sicula ha “predisposto il piano di stoccaggio delle balle filmate”.
La pec della società porta la data di sabato 29 giugno alle ore 10:11. Eppure per due giorni la Regione è rimasta in silenzio. Solo quando la lettera è stata resa pubblica, accompagnata dall’ennesimo attacco al governo del deputato Giuseppe Lombardo (Sud chiama Nord), si è mosso qualcosa. Il comunicato di Schifani arriva in tarda serata lunedì 1° luglio: “Tutti gli uffici della regione sono stati mobilitati per l’individuazione di immediate soluzioni alle problematiche sollevate dagli amministratori di Sicula Trasporti, ai quali va il nostro ringraziamento per la interlocuzione responsabile e di profondo senso istituzionale”, si legge nella nota. “La vicenda di Lentini conferma la strategicità della realizzazione dei due termovalorizzatori già finanziati dal Fondo di sviluppo e coesione, la cui operatività spazzerà decenni di errate politiche sui rifiuti, figlie di assenza di coraggio in scelte strategiche che andavano assunte in precedenza”, conclude.
Sono ore calde nei palazzi regionali, dove è in corso una riunione di vertice che potrebbe durare tutta la notte. L’obiettivo è quello di trovare l’ennesima soluzione tampone per risolvere il problema nel breve tempo, sperando che non scoppi un altro bubbone in qualche altro impianto. Ma al momento politici e tecnici sembrano essersi impantanati. “L’emergenza non si risolve con Lentini, perché vengono trovate soluzioni tampone, che possono durare tre o quattro mesi, e poi torniamo al punto di partenza. I pochi impianti in Sicilia sono destinati a chiudere perché saturi”, denuncia al fattoquotidiano.it il deputato regionale Pd Nello Dipasquale, componente della Commissione ambiente all’Assemblea siciliana. “Il centrodestra governa da sette anni, da Musumeci a Schifani, e l’unica cosa che sono riusciti a fare è stata quella di trasferire i rifiuti fuori dall’isola. Stiamo andando verso la catastrofe, perché entro due anni la Tari aumenterà dal 30 al 50% per tutta la Sicilia”, conclude.
Attacca anche il Movimento 5 stelle: “Siamo in ritardo sugli impianti, ma soprattutto sull’economia circolare, ovvero sulla transizione verso modelli più sostenibili, così come l’Europa ci chiede. L’inerzia dei due governi di centrodestra che si sono succeduti ci condanna a patire condizioni da terzo mondo. Adesso Schifani a chi addosserà la colpa? La mancanza di un piano strategico di gestione dei rifiuti ci costringe perennemente ad uno stato emergenziale e non è più accettabile”, affermano i deputati Jose Marano, Cristina Ciminnisi e Adriano Varrica.
“Questa ennesima chiusura conferma l’incapacità e la gestione fallimentare del settore, da principianti allo sbaraglio, è la causa di questa crisi. Chiediamo le dimissioni immediate degli assessori regionali ai rifiuti e all’ambiente”, tuona il deputato Giuseppe Lombardo (Sud chiama nord).