di Pietro Francesco Maria De Sarlo

Luca Zaia ha già chiesto l’Autonomia sulle nove materie che non prevedono i Lep. Cosa aspettano a farlo anche gli altri governatori?
Anche perché è prossima la visita in Cina di ‘Sora Giorgia’ e quale migliore occasione per testare le nuove autonomie regionali?

Le ricordo ai distratti: Organizzazione della giustizia di pace; Rapporti internazionali e con l’Ue; Commercio estero; Professioni; Protezione civile; Previdenza complementare; Coordinamento finanza pubblica e tributi; Casse di risparmio, rurali e aziende di credito regionali; Enti di credito fondiario e agrario regionali. Mica per altro, ma non possono lasciare solo Zaia al fianco della premier a parlare con Xi di commercio e fare affari!

E quindi tutti insieme appassionatamente i 20 governatori in Cina, anche perché Sora Giorgia prima di decidere dovrebbe accordarsi con loro. Meglio averli tutti già lì. Ma come ci andranno? Con un unico aereo presidenziale o con venti aerei regionali? Boh!

Immaginate poi le presentazioni? “Presidente Xi ecco Bardi. A lei Fontana. Questo è uno che me chiama str… Dalla Serenissima Zaia…” fino alla sicura frantumazione degli ellissoidi di rotazione di Xi.

Non faccio parte di quella che Flaiano chiamava “minoranze intelligenti”. Ne fanno parte tutti i Padri dell’Autonomia differenziata: Amato, D’Alema, Draghi, Letta, Gentiloni, Bonaccini, Giani, Gelmini, Salvini, Bossi, Ciro, Calderoli, Cassese e la ‘Sora Giorgia’. E poi tutti i governatori e politicanti del Sud e del Nord che questa riforma l’hanno votata. Sbaglio io a pormi tanti problemi ma qualcosa andrebbe meglio precisata.

Cosa accadrà se le ‘banchette’ regionali fallissero? Il fallimento di Antonveneta è stato evitato da Mario Draghi che ne autorizzò l’acquisto al Monte Paschi a prezzi tali che il Monte non si è più ripreso. Per non parlare delle Banche Venete finite, insieme al Monte Paschi, a gravare sulle tasche degli italiani, terroni inclusi. E la Banca Padana? Fossi un governatore meridionale mi assicurerei su chi, in caso di fallimento di ‘banchette’ di regioni meridionali, pagherà il conto. Per i veneti e lombardi è scontato: tutti gli italiani. Per i terroni me lo farei mettere per iscritto. Stesso discorso per la previdenza complementare. Se qualcuno scappa con la Cassa dei Fondi pensioni regionali meglio sapere prima chi ce li rimette.

Ora moderate gli entusiasmi, perché per le altre materie occorre avere pazienza e aspettare i Lep. Sempre per pubblica memoria sono: Tutela e sicurezza del lavoro; Istruzione (fatto salvo per l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con l’esclusione dell’istruzione e della formazione negli istituti scolastici professionali); Ricerca scientifica e tecnologica; Sostegno all’innovazione per i settori produttivi; Tutela della salute; Alimentazione; Ordinamento sportivo; Governo del territorio; Porti e aeroporti civili; Grandi reti di trasporto e di navigazione; Ordinamento della comunicazione; Produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; Valorizzazione dei beni culturali e promozione e organizzazione di attività culturali; Valorizzazione dei beni ambientali.

Ma cosa rimarrà in capo alla nazione tanto amata da “Sora Giorgia”? Le politiche economiche, firmato il nuovo patto di stabilità, sono appannaggio delle burocrazie europee. La Protezione civile ormai sarà regionale. Occorre avvisare le sempre più frequenti calamità naturali di tener conto dei confini regionali e non attraversarli. Un tornado che nasce in Emilia non si azzardi ad andare in Toscana e una frana che cada o di qua o di là! Idem per terremoti e alluvioni.

Mi pare che allo Stato rimarrà poco: l’esercito e la polizia e qualcos’altro. Non servono due rami del Parlamento. Ripeto: sbaglio a farmi questi problemi, ma non faccio parte della ‘minoranza intelligente’ del Paese. Ma, ora che ci penso, mi viene in mente l’aforisma completo di Flaiano: in ogni minoranza intelligente c’è una maggioranza di imbecilli. I dubbi mi assalgono.

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