Quasi mezzo miliardo. Tanto è stato recuperato, a titolo di Iva evasa, grazie alle inchieste coordinate dal pm di Milano Paolo Storari che hanno portato negli ultimi anni a sequestri per reati fiscali legati al sistema dei “serbatoi di manodopera” usati da grandi aziende della logistica e di altri settori. Si tratta di realtà societarie che dissimulano somministrazioni irregolari di manodopera a favore di committenti più o meno conniventi, massimizzando guadagni illeciti attraverso il mancato pagamento delle imposte, delle ritenute da lavoro dipendente e dei contributi previdenziali e assicurativi. Le imprese hanno versato all’erario, come risarcimenti sulle somme contestate, un totale di oltre 480 milioni di euro. Circa 14mila i lavoratori assunti e 70mila quelli ai quali è stato aumentato lo stipendio.

Nelle 154 pagine del decreto, firmato dal pm Storari e dalla pm Valentina Mondovì, che ha portato al sequestro di quasi 84 milioni a carico della filiale italiana del colosso GXO, si fa l’elenco di tutte le indagini simili già portate avanti. In una tabella viene registrato quanto già versato al fisco da una quindicina di imprese: oltre 35 milioni da Dhl, 38 milioni da Gls, quasi 48 milioni da Esselunga, 146 milioni da Brt, oltre 86 milioni da Ups, 25 dalla cooperativa Servizi fiduciari di Sicuritalia, 9 da Schenker, per un totale di quasi mezzo miliardo di euro. Inoltre le società, scrive la Procura, “hanno proceduto ad internalizzare i dipendenti, prima ‘in balia’ delle cooperative”. Le società della vigilanza privata, da Sicuritalia (che ha nel frattempo acquisito la Servizi fiduciari) a Cosmopol servizi integrati e Vedetta 2 Mondialpol, in breve tempo hanno aumentato lo stipendio delle guardie giurate non armate di circa il 40% (1380 euro lordi al mese) e le misure giudiziali sono state revocate.

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