Oggi è il 2 luglio, giornata mondiale dedicata agli UFO, data convenzionalmente scelta perché sarebbe la stessa del presunto “ufocrash” di Roswell. In questi giorni, su alcuni notiziari web, è recentemente comparsa la notizia di importanti avvistamenti Uap/Ufo su alcune basi dell’aeronautica americana, come invasa da misteriosi droni che “ospitano risorse nucleari”.
La base aeronautica di Langley ha dovuto, infatti, affrontare svariati incontri con oggetti volanti non identificati, sospettati di essere controllati da una potenza straniera per scopi di intelligence, effettuata da moltitudini di oggetti comparabili agli attuali droni, sollevando preoccupazioni per le ripetute violazioni della sicurezza nei siti di difesa e nello spazio aereo statunitense.
Solo che, dopo le smentite di rito, sono arrivate alcune conferme del fenomeno: questi oggetti erano già presenti fin dagli anni Sessanta, quando la tecnologia non conosceva né avrebbe potuto consentire l’uso di velivoli simili agli attuali droni, capaci di volare silenziosamente, con capacità stealth e capacità di hovering per alcune ore, senza che si potesse riuscire ad intervenire risolutivamente. Quindi non poteva trattarsi, come affermato dal Pentagono, di missioni di intelligence rivali, ossia la potenza opposta agli Usa dell’epoca, l’Unione Sovietica.
Dai recenti studi che ha coinvolto anche il settore universitario, risulterebbe che da oltre 70 anni le comunità di intelligence nel mondo studiavano i “dischi volanti” ora Uap/Ufo, cioè fin dagli albori del fenomeno. Quindi decenni prima di Gagarin, primo uomo nello spazio. Ma ormai le notizie sugli Uap/Ufo giungono da fonti accreditate e con una cadenza importante.
Il vaso di Pandora è stato rotto alla Università Sorbona a Parigi nel 2023 con un “debate” tra due ex direttori dell’intelligence, quella statunitense (Chris Mellon) e quella francese (Alain Juillet). I due hanno discusso del problema, confermando l’inoppugnabile realtà del fenomeno. Semmai il vero problema emerso è come informare i cittadini e se sia giusto e utile o meno informarli di una realtà dove di fatto siamo attori/spettatori passivi, visto che non saremmo in grado di fronteggiare eventuali “azioni ostili”.
Purtroppo i conflitti attuali hanno reso problematico lo scambio di informazioni tra Usa-Russia sull’argomento e adesso anche la Cina, anche se la collaborazione sembra continuare in campo spaziale. Proprio pochi giorni fa, Chris Mellon sul social X (ex Twitter) ha così commentato la lenta evoluzione del Disclosure: “Spesso mi viene chiesto se gli Stati Uniti stiano collaborando con i loro alleati sulla questione UAP. Nuove informazioni ricevute attraverso il processo FOIA confermano che questo è il caso, almeno per quanto riguarda Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda, che sono firmatari di un vecchio e importante accordo di condivisione dell’intelligence. Il Giappone ha anche indicato di essere in contatto con gli Stati Uniti sulla questione UAP. Questo è un vero progresso. Si spera che il nuovo direttore dell’AARO continui a migliorare la raccolta e l’analisi adottando misure decisive per affrontare le preoccupazioni del pubblico e del Congresso sulla mancanza di fiducia e trasparenza”.
I am often asked whether the US is collaborating with its allies on the UAP issue. New information received through the FOIA process confirms that this is the case, at least with respect to Britain, Canada, Australia, and New Zealand, who are signatories to an old and important… https://t.co/odtFPXO0ok
— Christopher K. Mellon (@ChrisKMellon) June 28, 2024
Mentre si avvicinano le elezioni presidenziali Usa, il duello tra democratici e repubblicani viene coinvolta anche Wall Street. Nell’intervista l’analista finanziario David Dorr, ospite di Bloomberg News e cofondatore della società di trading DAM, parla del potenziale crollo del mercato azionario che potrebbe verificarsi allorquando la Casa Bianca decidesse di rilevare l’esistenza di intelligenze non umane e di come Wall Street dovrebbe prepararsi a questa notizia per evitare un crollo del mercato e dell’economia globale.
Intanto alcuni senatori di entrambi gli schieramenti in una campagna sui social media – DisclosureDebate – stanno spingendo perché i moderatori dei dibattiti presidenziali chiedano informazioni sugli Ufo. Dunque ad intermittenza il problema viene riproposto: “Indipendentemente dall’affiliazione politica, è giunto il momento di inserire UAP/UFO nel discorso politico delle nostre elezioni”. Vedremo cosa accadrà dopo le elezioni.
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[Per un errore nell’invio, questo post era stato pubblicato in un primo momento con un testo differente. Ce ne scusiamo coi lettori e i commentatori, ndr]