Bagarre a L’aria che tira (La7) tra l’ex europarlamentare di Forza Italia Alessandra Mussolini e il politologo Marco Revelli sugli scenari futuri della Unione Europea e sull’avanzata delle destre.
Revelli esordisce commentando la foto che sul palco della festa dell’Anpi, nella piazza Lucio Dalla di Bologna, immortala a fianco del presidente dell’associazione partigiani Gianfranco Pagliarulo i leader delle opposizioni, tranne Calenda e Renzi: Elly Schlein del Pd, Giuseppe Conte del M5s, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e sinistra, Riccardo Magi di +Europa, Maurizio Acerbo di Rifondazione.
“Io avrei voluto vedere quella fotografia alle politiche di 2 anni fa – commenta Revelli mentre Mussolini borbotta ‘Ma chi li votano?’ – Si sarebbe dovuto agire con un minimo di razionalità politica con quell’alleanza nei confronti di una brutta destra, che grazie a una legge elettorale sciagurata marciava verso la presa del potere. Ma diciamocelo, l’insipienza di Enrico Letta (all’epoca segretario del Pd, ndr) è stata davvero un buco nero nella politica“.

Il primo scontro dialettico con Mussolini esplode quando Revelli risponde al conduttore David Parenzo sull’impresentabilità o meno di Marine Le Pen. “Non è impresentabile – risponde il politologo – È intollerabile per chi vuole difendere un determinato modello di democrazia e di cultura politica. Si presenta da sola, non è impresentabile“.
Insorge Mussolini: “La Le Pen ha preso il 33%, quindi c’è un punto che mi sfugge nella sinistra: voi come considerate i cittadini? Il popolo è sovrano“.
Il popolo non è il papa“, ribatte Revelli.
“Ammazza, allora che è il popolo?”, replica l’esponente di Forza Italia.
“C’è un’infinità di dittature che sono andate al potere col suffragio universale – obietta Revelli – È successo in Germania, in Italia, dove suo nonno è andato al potere in quel modo, peraltro grazie a una legge truffa“.

La polemica si rinnova quando Parenzo chiede a Revelli un commento sulla situazione della Ue. Ancora una volta Mussolini interrompe, commenta sotto voce, borbotta, mentre il politologo cerca di continuare il suo intervento.
“Dobbiamo prendere atto che siamo sull’orlo di una crisi esistenziale – puntualizza Revelli – nel senso della possibilità che continui a esistere un’Europa così come è stata concepita in questi decenni”.
“Oh, addirittura”, commenta Mussolini scuotendo la testa.
Revelli definisce Macron, Scholz e Meloni “anatre zoppe”: i primi due, perché è crollato l’asse franco-tedesco, a oggi pilastro della Ue, e la seconda perché isolata all’interno dell’Europa.
E avverte: “Se domenica prossima vincerà in Francia la Le Pen, la crisi dell’Europa si accelererà. Se non vincerà e finirà in una sorta di pareggio, non si risolverà la crisi dell’Europa, perché rimarrà comunque una Ue senza centro”.

“Voi buttate gli anatemi”, ripete più volte Mussolini.
E il politologo perde la pazienza: “Ma quali anatemi?”.
“Oh, ma vota la gente – ribatte Mussolini – Voi sterminate il popolo. E allora fatelo, andate in giro col fucile e ammazzateli tutti“.
“Ma la pianti di usare questi slogan e di interrompere le persone – urla Revelli – Stia un attimo al suo posto, per favore, quando parlano gli altri. Non può interrompere continuamente, non è possibile”.
“Ma lei da 3 ore sta parlando di anatre zoppe e di oche giulive. Lei ha il disgusto per il popolo”, replica la nipote del duce.
“Ma cosa dice? – protesta Revelli – Lei è veramente insopportabile”.

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