La Guardia di Finanza di Lodi, in un’inchiesta del pm di Milano Paolo Storari, ha eseguito un sequestro preventivo d’urgenza di 83,9 milioni per frode fiscale a carico della filiale italiana della multinazionale statunitense della logistica GXO, che utilizza anche i droni per le movimentazioni merci. L’indagine, come altre portate avanti in questi mesi dal pm Storari, vede al centro i “serbatoi di manodopera“: un presunto sistema attraverso il quale grandi aziende si garantiscono “tariffe altamente competitive” sul mercato “appaltando la manodopera” a cooperative e altre società in modo irregolare per i loro servizi di logistica.

Dalle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Lodi, con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell’Agenzia delle Entrate, emerge che sarebbero stati “sistematicamente” omessi i versamenti degli “adempimenti tributari, previdenziali e assistenziali” per i lavoratori. In questo presunto “meccanismo illecito” risultano emesse, spiegano gli investigatori, “e sono state successivamente utilizzate dalla società beneficiaria”, ovvero GXO, “fatture false per un imponibile complessivo di oltre 382,6 milioni di euro”. È stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente, sempre GXO, nei servizi di logistica “sono stati ‘schermati’ da consorzi e cooperative ‘filtro’, che a loro volta si sono avvalsi di diverse cooperative e società aventi la mera funzione di serbatoio di manodopera”.

Lavoratori, spesso “interinali”, come si legge negli atti, che formalmente lavoravano per queste società, mentre in realtà sarebbero stati utilizzati per i servizi di Gxo, senza avere contributi “previdenziali e assistenziali” e con un “sistematico sfruttamento”, scrive il pm Storari che ha firmato il decreto con la collega Valentina Mondovì, degli operai, ma anche “ingentissimi danni all’erario”. Il presunto meccanismo illecito, infatti, come negli altri casi, sarebbe stato realizzato con false fatture, per oltre 382 milioni di euro, ed evasione dell’Iva, tra il 2017 e il 2023.

Diverse le perquisizioni nelle province di Milano, Monza e Brianza, Novara e Piacenza nei confronti delle imprese coinvolte, con conseguente “notifica dell’informazione di garanzia anche in tema di responsabilità amministrativa dell’ente in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società, a favore di quest’ultima”. Sono poi indagati per frode fiscale due responsabili e legali rappresentanti, Ube Gaspari e Alessandro Renzo. La filiale italiana di GXO, secondo l’accusa, sarebbe stata la “beneficiaria finale di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti d’appalto in luogo di contratti di somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore”. Gxo sarebbe stata “pienamente consapevole del fatto che presso i propri depositi lavora personale non solo alle dipendenze delle sue subappaltatrici”, ma anche “personale alle dipendenze delle subappaltatrici di quest’ultime”. Ed avrebbe saputo dei “travasi” di lavoratori da un “serbatoio” all’altro, ossia la cosiddetta “transumanza”, che potrebbe aver coinvolto, come emerge dalle carte, oltre 6mila lavoratori. Agli atti sul punto ci sono alcune e-mail raccolte dagli investigatori. Sulla convalida del sequestro dovrà esprimersi il gip Luca Milani.

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