Ormai da qualche tempo, i farmaci contenenti semaglutide – Ozempic e Wegovy della Novo Nordisk – sono studiati per le loro potenzialità nella lotta contro il diabete e l’obesità e i loro pericolosi corollari. La sostanza, che agisce sui recettori del GLP1 (ormone gastrointestinale) e agevola la regolazione precisa della glicemia, è pure in grado di moderare il senso di sazietà, facilitando così il dimagrimento: una buona notizia in un’epoca in cui obesità e diabete di tipo 2 sono in preoccupante crescita.

Due nuovi, promettenti studi
L’ultimo in ordine di tempo, uscito sul New England Journal of Medicine, ha rilevato la capacità della semaglutide di ridurre il rischio di gravi problematiche renali e di morte per cause cardiovascolari nei diabetici di tipo 2 con malattia renale cronica. La precedente ricerca, pubblicata su Nature Medicine, si è invece occupata di pazienti obesi non diabetici ma cardiopatici e offre la possibilità di un nuovo approccio all’obesità.

Peso e cuore
L’ampio studio clinico ha sfruttato i dati del trial SELECT (novembre 2023) che, tra ottobre 2018 e marzo 2021, coinvolse 17.604 pazienti di 41 paesi, per il 72,3% maschi, età media 61,6 anni e indice di massa corporea (IMC) medio di 33.3 (obesità di I grado; l’IMC corretto è 18.5-24.9). Metà dei soggetti fu trattata con placebo, il resto con iniezioni settimanali del medicinale, alla dose di 2,4 mg. Rispetto al gruppo del placebo, l’altro mostrò un netto dimagrimento dopo ancora quasi quattro anni. Il calo di peso si prolungò per 65 settimane; dopo 208 settimane nei pazienti trattati con la semaglutide erano migliorati tutti i parametri metabolici: peso (−10,2 %), circonferenza vita (−7,7 cm) rapporto girovita-altezza (−6,9 %). L’IMC era sceso in metà degli adulti curati con il farmaco; nel 12 % dei casi ci fu il rientro nel peso forma. I risultati furono osservati in entrambi i sessi e in individui di ogni tipologia e provenienza. Tutto ciò si aggiunge agli esiti di SELECT: la riduzione del 20% di importanti eventi cardiovascolari avversi in pazienti cardiopatici.

Un nuovo approccio all’obesità
“Lo studio SELECT non è una novità assoluta, ma rappresenta una pietra miliare per la terapia dell’obesità a lungo termine”, spiega il prof. Roberto Vettor, direttore della Clinica medica 3 e del Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, oltre che membro del comitato organizzatore e scientifico all’ECO. “Per la prima volta abbiamo un farmaco che riduce il peso in modo rilevante, mantenendolo nel tempo senza fluttuazioni, e diminuisce in maniera significativa gli eventi cardiovascolari”. La svolta non riguarda solo la terapia contro l’obesità, ma il modo stesso di intenderla. Mentre in passato la sua influenza sulle cardiopatie era discussa, “in seguito diverse società scientifiche, in particolare l’EASO, hanno provato e definito che l’obesità va considerata una malattia cronica e recidivante cui si legano molte complicanze”. Tra queste anche il diabete 2 e i tumori, di cui si è parlato a Venezia: “Ci sono almeno tredici forme di neoplasie che sono state studiate e sono in stretto rapporto con l’obesità”. E alla ribalta sale pure la steatosi epatica o “fegato grasso” (o MASLD), anticamera di cirrosi e cancro del fegato. “Tra poco usciranno le nuove linee guida per la MASLD, la patologia più rilevante causata dall’obesità”. Agendo su quest’ultima, e quindi prevenendo le patologie correlate, la semaglutide rappresenta dunque “una rivoluzione paragonabile a quella che furono le statine per le malattie cardiovascolari, di particolare importanza proprio perché consente un diverso approccio all’obesità. Nella Venice Declaration, che ha chiuso il congresso, la parola chiave scelta per descrivere la situazione in ambito sociosanitario di questa patologia, per cui viene di fatto ridotto o impedito l’accesso alle cure più avanzate, è inequity”.

Reperibilità, costi ed effetti
Si spera quindi che il medicinale arrivi presto in Italia a un prezzo abbordabile, ma già nel mondo si segnalano problemi di approvvigionamento. Infatti, sull’onda della moda tra i Vip e delle oltre 200 milioni di visualizzazioni dell’hashtag su TikTok, molte persone con qualche chilo di più hanno cominciato a usarlo come facile scorciatoia al posto di uno stile di vita sano, sottraendolo a chi è malato e ne ha davvero bisogno. Non va dimenticato che stiamo parlando di una cura, da seguire con costanza sulla base delle indicazioni del medico, e non esente da effetti collaterali quali nausea, vomito, ipoglicemia, retinopatia diabetica, “dolore allo stomaco grave e persistente che può essere dovuto a pancreatite acuta”, come riportato dall’AIFA. Da parte sua, l’istituto Mario Negri segnala perdita della massa muscolare magra, “pancreatiti, ostruzione intestinale, paresi dello stomaco, comparsa di pensieri di suicidio (non confermata in studi più recenti, in più di 1,5 milioni di pazienti con diabete di tipo 2) o di autolesionismo. Tuttavia servono conferme a queste osservazioni”. Insomma, il gioco deve valere la candela.

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