Dice Carlo Nordio che i nostri istituti penali minorili stanno subendo “un’invasione” (il virgolettato è del ministro) di ragazzi, provenienti soprattutto da altri Paesi. Una dichiarazione pronunciata dal guardasigilli lunedì 1 luglio, durante un evento organizzato a Palazzo Lombardia, a Milano. “Noi abbiamo già da sempre il problema del sovraffollamento delle carceri, una situazione che si è sedimentata negli anni ed è difficile risolvere in pochissimo tempo anche se abbiamo una strategia”, ha sostenuto Nordio. Poi ha aggiunto: “Questa situazione delle carceri per persone maggiorenni è addirittura esasperata per quanto riguarda i minorenni. C’è stato un aumento esponenziale di ospiti detenuti e questo ci ha colti impreparati, se non proprio sorpresi“. E ancora l’inquilino di via Arenula ha ripetuto: “La capacità carceraria del nostro Paese è sempre stata costruita e ideata tenendo conto di una minoranza molto notevole di detenuti minori. Poi improvvisamente ci siamo trovati di fronte quasi a un’invasione di minorenni che vengono soprattutto da altri Paesi”. Secondo Nordio: “Si sarebbe dovuto prevedere negli anni passati questo aumento quasi esponenziale, parlo anche dei precedenti governi“.
L’audizione di Sangermano – Come avrebbero dovuto fare i governi precedenti a prevedere l’aumento di detenuti minorenni non è dato sapere. Anche perché l’aumento dei minori in carcere è scattato successivamente all’approvazione del decreto Caivano, una delle misure maggiormente rivendicate dal governo di Giorgia Meloni. A spiegarlo, davanti la Commissione Bicamerale per i minori, non è stato un esponente dell’opposizione ma Antonio Sangermano, a capo del dipartimento per la Giustizia minorile del ministero. “L’attuale condizione di sovraffollamento del comparto carcerario minorile è anche conseguenza anche dell’aumento di minori stranieri, ma non solo”, ha detto il magistrato, prima di fornire i numeri delle presenze negli istituti, in evidente crescita negli ultimi mesi. “Nel 2021 abbiamo avuto 835 ingressi, 1.051 nel 2022, 1.142 nel 2023 e nel 2024, fino al 15 giugno, 586. Dall’entrata in vigore del decreto Caivano, relativamente a ingressi e presenza media giornaliera, il numero è obiettivamente cresciuto, non può e non deve essere negato“, ha ammesso il magistrato. Spiegando che i dati “vanno connessi anche ad altri fattori causali, come l’aggravarsi delle devianze minorili e l’enorme aumento di stranieri minori non accompagnati“.
“Il decreto aumenta strumenti, non numeri” – Sangermano ha spiegato in che modo il decreto Caivano ha influito sull’aumento delle presenze negli istituti minorili. “Come è noto la legge ha abbassato i limiti edittali della richiesta di misure cautelari custodiali nel collocamento in comunità, ha aumentato le fattispecie che consentono l’arresto sempre facoltativo in flagranza. Il combinato disposto di questi elementi, unito all’eliminazione del termine di un mese per l’aggravamento della violazione della misura cautelare del collocamento in comunità, con conseguente collocamento della presenza negli Istituti penali per minorenni, ha oggettivamente prodotto un possibile incremento degli ingressi e delle presenze in Ipm“. Poi, rispondendo alle domande dei parlamentari, il capo del dipartimento per la Giustizia minorile di via Arenula ci ha poi tenuto a difendere la norma voluta dal governo. “Il decreto Caivano è una risposta di indirizzo politico alla realtà effettuale. Non ho detto che il decreto ha aumentato i numeri, ho detto che la legge ha implementato gli strumenti a disposizione della magistratura minorile, che facendone uso evidentemente corrisponde ad un’esigenza obiettiva che nasce nella realtà. Non c’è una pregiudizialità sul tema”. Insomma i detenuti minorenni aumentano perché i magistrati ne decidono l’arresto. E lo possono fare grazie a norme come il decreto Caivano.
Cosa prevede la legge Caivano – Ma in che modo sono aumentati i minori detenuti dopo l’approvazione del decreto Caivano? La norma approvata dall’esecutivo nel settembre scorso ha abbassato da 9 a 6 anni la soglia della pena che consente di applicare la misura della custodia cautelare. In più ha inasprito le sanzioni per lo spaccio di lieve entità (innalzate rispettivamente da sei mesi ad un anno e da quattro a cinque anni di reclusione) con l’arresto in flagranza del minore: in questo modo sono aumentati i casi di carcerazione preventiva per i ragazzi tra i 14 e i 17 anni. Quindi l’aumento dei minori detenuti non solo era atteso, ma poteva essere ampiamente previsto. E non dai “precedenti governi” citati da Nordio, ma da quello attuale. D’altra parte era stato proprio il guardasigilli a presentare il decreto Caivano in conferenza stampa: “Abbiamo allineato la responsabilità del minore a quella dell’adulto”, diceva il ministro, illustrando la norma che prevedeva una misura cautelare in carcere per i minori anche nel caso di pericolo di fuga. Oggi Nordio sostiene di essere “sorpreso” dal boom di minori detenuti. Secondo il ministro per risolvere l’emergenza carceraria minorile serva “la differenziazione della pena e soprattutto la concezione della pena che sia non solo rieducativa e preventiva, ma che sia nuova in quanto si passa da una concezione carcerocentrica a una concezione diversa, che sia nello stesso tempo sanzionatoria ed efficace nel recupero del detenuto”.
I numeri – Ma quanti sono oggi i minorenni in carcere? Ed è vero che sono soprattutto stranieri? “Da questa mattina siamo a quota 544 detenuti negli istituti minorili, che invece al 15 giugno scorso erano 555. L’enorme aumento in Italia di minori stranieri non accompagnati si è correlativamente riversato in gran parte nel circuito penale minorile in forza ed in conseguenza delle ipotesi di reati ascritte a questi minori”, ha detto Sangermano alla commissione. A livello di età il magistrato ha aggiunto che “il numero complessivo nazionale dei detenuti minorenni negli istituti penali minorili è pari a 346 unità mentre i detenuti giovani adulti sono 209. I detenuti italiani sono 289 mentre gli stranieri (provenienti soprattutto da Tunisia, Marocco ed Egitto) sono 266, con una percentuale del 48%, è un dato che pone problemi di convivenza interculturale oggettivi. I detenuti stranieri minorenni sono 175, quelli italiani 171. L’organico di polizia penitenziaria assegnato agli istituti penali minorili è di 928 unità, a fronte di 820 unità attuali, per una scopertura di agenti pari a 108 unità. Altre unità sono in arrivo”. Il capo del dipartimento per la Giustizia minorile minorile ha poi spiegato che “le comunità sono una delle soluzioni alle criticità del sistema perché l’Ipm non può diventare una discarica sociale, in cui si riversano anche sono portatori di disturbi comportamentali e dipendenza da sostanze stupefacenti, dediti all’assunzione di sostanze stupefacenti, un uso smodato di farmaci ad alto impatto psichico mescolate all’alcol”. E ancora il magistrato ha aggiunto: “C’è cronica insufficienza di comunità socioeducative ad alta densità sanitaria e ritardi tra l’ordinanza applicativa e la collocazione in comunità, con l’effetto che questi ragazzi vagano per strade pericolosi per se stessi e gli altri”.