Da un lato la richiesta di”un cessate il fuoco immediato” per “accelerare i negoziati di pace”. Dall’altro la reiterata risposta di voler accettare solo “una pace giusta”. La prima volta di Viktor Orban a Kiev da Zelensky – atto dovuto dopo avere assunto la presidenza di turno dell’Unione – si chiude con un nulla di fatto, almeno sul fronte del conflitto russo-ucraino. L’intenzione, del resto, era di “parlare di pace” con il presidente ucraino, ma senza un piano predeterminato, “nessuna aspettativa” da parte di Mosca. E alla fine il comunicato di Kiev non tiene traccia di queste comunicazioni. L’occasione, invece, diventa utile per appianare divergenze storiche tra Budapest e Kiev riguardo alla minoranza magiara ucraina.

Per Orban è il primo atto della presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione europea che l’Ungheria ha assunto da lunedì prendendo il testimone dal Belgio. Ma è anche la prima visita in Ucraina dall’invasione russa del 2022 da parte del leader ungherese, che è noto per essere il leader europeo più vicino a Vladimir Putin e in passato ha puntato i piedi contro le sanzioni a Mosca e l’invio di armi a Kiev, cedendo solo dopo lunghe trattative con i vertici di Bruxelles.

Secondo la nota dell’ufficio stampa di Budapest, diffusa prima della partenza di Orban “il tema principale del vertice sarà la possibilità di raggiungere la pace”, ma anche discutere “le questioni attuali delle relazioni bilaterali ungheresi-ucraine”. Due temi molto cari a Orban, anche rispetto al suo elettorato. Lo scoglio principale delle relazioni tra Ucraina e Ungheria è rappresentato dal nodo dei diritti per della minoranza ucraina di lingua ungherese che vive nell’estremo ovest ucraino, vicino al confine con l’Ungheria. “La precondizione per l’incontro era che la questione dei diritti di nazionalità fosse risolta. Nelle ultime settimane è stato raggiunto un accordo. Potranno annunciarlo come un successo”, ha spiegato una fonte del governo ungherese al Guardian.

Il comunicato (freddo) di Zelensky – Alla fine dell’incontro, Zelensky ha affidato a X una sintesi dell’incontro, che dove non c’è alcuna menzione al tema della pace, ma solo alla “sfera umanitaria”. “Oggi il primo ministro Viktor Orban e io abbiamo discusso delle questioni fondamentali delle nostre relazioni di vicinato: commercio, cooperazione transfrontaliera, infrastrutture ed energia. Abbiamo parlato anche della sfera umanitaria, di tutto ciò che influisce sulla vita della nostra gente sia in Ucraina che in Ungheria”, ha scritto su X dopo l’incontro il presidente ucraino Zelensky. “Il contenuto del nostro dialogo odierno su tutti questi temi può costituire la base per un nuovo documento bilaterale tra i nostri Paesi che regolerà tutte le nostre relazioni, si baserà su un approccio reciproco alle relazioni bilaterali tra Ucraina e Ungheria e consentirà ai nostri popoli di godere tutti i vantaggi dell’unità dell’Europa”. In compenso, il presidente ucraino ha chiesto esplicitamente in conferenza stampa che il sostegno dell’Europa “rimanga a un livello sufficiente, in particolare per la difesa dell’Ucraina dal terrore russo. Abbiamo già avviato i negoziati per l’adesione dell’Ucraina”, ha aggiunto Zelensky, “stiamo preparando le condizioni per l’accordo di adesione dell’Ucraina. Questo processo è lungo e molto scrupoloso, ma richiede costantemente progressi, dinamismo, senza perdere un solo mese”.

Il nodo dell’Unione europea e la minoranza magiara – Per Orban, l’incontro ha aperto delle “prospettive per risolvere le controversie” che riguardano la minoranza magiara in Ucraina. Questo tema è importante anche nella prospettiva (ancora molto remota) dell’ingresso di Kiev nell’Unione europea, dopo il via libera all’avvio dei negoziati dato da Bruxelles due settimane fa. Orban e Zelensky si sono già incontrati nella capitale belga durante riunioni allargate dei vertici europei. Ma la missione a Kiev serve anche un atto dovuto dal nuovo ruolo di garanzia che Budapest ha assunto nell’Ue. Lo avevano sottolineato tutti gli incontri tenuti da Orban a Bruxelles nella scorsa settimana con le istituzioni europee per il passaggio di consegna del mandato della presidenza del consiglio dell’Ue (da non confondere con l’organo esecutivo del Consiglio europeo guidato da Charles Michel). I partner europei hanno fatto ripetutamente pressione sul premier ungherese perché desse prova di voler migliorare i rapporti con la leadership ucraina. Nell’ultimo scorcio della passata legislatura europea, l’Ungheria si è opposta ai nuovi pacchetti sanzioni contro Mosca e di aiuti miliari per Kiev, ma poi ha ceduto dopo aver ottenuto concessioni economiche da Bruxelles.

La Russia “non ha alcuna aspettativa” – Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha chiarito che Mosca non ha avuto colloqui con Orban prima della missione e non ha aspettative in merito alla sua visita a Kiev: “È chiaro che l’Ungheria, che ha assunto la presidenza della Ue, deve svolgere le sue funzioni”, ha detto il portavoce all’agenzia Ria Novosti.

Trattative europee – Il viaggio di Orban arriva nel pieno delle trattative per la composizione del nuovo Parlamento europeo dopo le elezioni del 9 giugno e per la nomina del nuovo presidente della Commissione. Domenica proprio Viktor Orban ha lanciato con il suo partito Fidesz e con gli alleati della formazione ceca Ano dell’ex premier Andrej Babis e al partito austriaco Fpoeun nuovo gruppo sovranista al parlamento europeo, detto dei “Partioti dell’Europa”. Il progetto è destinato a spaccare l’attuale gruppo di Identità e democrazia (Id), dove siede la Lega di Matteo Salvini. L’estrema destra portoghese di Chega ha già annunciato che aderirà alla nuova formazione, e considerano di unirsi anche i tedeschi dell’Afd, cacciata da Id prima delle elezioni per l’apologia delle Ss da parte del suo presidente.

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