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Retata in Congo: tra gli arrestati anche un bandito “coinvolto nell’omicidio di Attanasio”

L’inatteso annuncio è giunto ieri direttamente dal sindaco di Goma, capoluogo del Nord Kivu: durante una retata è stato arrestato un uomo indicato dalle autorità come coinvolto nell’omicidio dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere scelto Vittorio Jacovacci e dell’autista del Pam Mustapha Milambo Baguma. L’identità dell’uomo non è stata ancora resa nota. Secondo indiscrezioni, non si tratterebbe di “Aspirant”, l’unico membro della banda già condannato in contumacia a Kinshasa, insieme ad altri cinque che stanno scontando una condanna all’ergastolo dallo scorso anno. Ma anche su questo, si attendono conferme. Contattato dal fattoquotidiano.it, il sindaco si riserva di fornire ulteriori informazioni. Ilfatto.it aveva a suo tempo raccontato come Amos Mutaka Kiduhaye, detto “Aspirant” e da più fonti indicato come capo del gruppo, fosse stato segnalato in un campo profughi in Uganda, dove nessuno lo ha mai cercato.

Sono in tutto 34 i “presunti banditi” mostrati ieri alla stampa dal sindaco di Goma, il commissario superiore Faustin Kapend Kamand: dal 2021, infatti, la provincia è in stato d’assedio e tutte le cariche civili sono occupate da militari. Kapend, poliziotto nominato sindaco da quasi un anno, negli ultimi mesi ha voluto diverse retate che hanno portato nelle carceri di Goma decine di presunti malviventi, per far fronte a una situazione securitaria sempre più grave nella città, dove – come se non bastasse l’avanzata spavalda dei guerriglieri dell’M23 – la criminalità comune è sempre più violenta e sta mettendo a dura prova la vita quotidiana. L’attivismo del commissario gli ha fruttato anche un premio d’eccellenza nemmeno dieci giorni fa. Per ora, la scarna cronaca si ferma qui. In base a quanto emergerà, si potrà capire se questo nuovo arresto potrà portare nuovi elementi utili alle indagini. Ricordiamo che un primo procedimento contro due funzionari del Pam è stato da poco chiuso a Roma con un “non luogo a procedere” a causa dell’immunità riconosciuta ai due funzionari, ma un secondo procedimento per “terrorismo” ancora è aperto alla Procura di Roma.