La scuola è terminata da meno di un mese ma in Lombardia la Flc Cgil suona già la campanella d’allarme per il prossimo anno scolastico: a settembre, tra docenti e personale Ata (collaboratori e impiegati), una persona su quattro sarà precaria. Il ministero dell’Istruzione, dovrà attribuire circa 37mila posti, in una situazione di estrema complessità considerato che molte segreterie saranno senza dirigente scolastico (ad oggi si contano 58 pensionamenti e 31 sedi sottodimensionate in reggenza) e senza direttore amministrativo.
I dati sui quali ha fatto i conti il sindacato guidato in Lombardia da Massimiliano De Conca, sono quelli dell’organico cosiddetto “di diritto” ovvero quello previsto sulla base delle iscrizioni ricevute, delle classi create e dei piani orari stabiliti per ciascuna istituzione scolastica. L’anno scolastico 2024/2025, inizierà così con 23.434 posti di insegnante, bidello e impiegato da coprire.
Un grosso problema perché “le attuali procedure concorsuali, spiega a IlFattoQuotidiano.it, il segretario regionale De Conca, sono insufficienti a garantire la copertura per il primo settembre visto che quasi tutte le graduatorie pronte (le cosiddette “Gae” ad esaurimento e quelle nate dai concorsi 2016 e 2020, ndr) sono praticamente esaurite e le procedure legate ai concorsi Pnrr sono lontane dal dirsi finite visto che la Lombardia ha più di 67mila aspiranti con 112 commissioni al lavoro”. Non va meglio per il personale Ata: sono oltre 6mila i posti vacanti, di cui 724 da Dsga (direttore dei servizi generali ed amministrativi), 1.300 di impiegati oltre a quasi 4mila collaboratori scolastici. Saranno poi da attribuire le nomine dell’organico in deroga che per i docenti, soprattutto di sostegno, mediamente negli ultimi anni è stato di 14mila posti. Da qui il totale di cui abbiamo parlato.
“Nonostante cinque concorsi fatti negli ultimi anni – sottolinea il segretario della Flc Cgil – la situazione in Lombardia è rimasta complessa. La nostra è una regione particolare, con un’ alta mobilità in uscita perché qui si viene, magari dal Sud, per diventare di ruolo e poi giustamente si torna a casa. L’anno scorso su 1.700 richieste di mobilità, 500 erano docenti che se ne andavano in Sicilia. Inoltre anche coloro che migrano da una città all’altra della regione sono tanti. A questo si aggiunge un turn over legato ai pensionamenti di circa cinque-sette mila l’anno”.
Per De Conca, il nodo maggiore è quello dei Dsga perché una scuola senza la parte amministrativa è in panne. Non è difficile pertanto presagire un avvio di anno scolastico difficile da un punto di vista organizzativo che metterà a dura prova le segreterie scolastiche ed i collegi docenti, costretti ad inizio anno a dover fare i conti con una precarietà che supera di gran lunga il 25% (37mila operazioni su un organico complessivo di quasi 135mila addetti).
“Si tratta – ci dice De Conca – di una situazione insostenibile, che richiede uno sforzo di programmazione a medio e lungo termine, che non può essere più rimandato: serve una previsione di organico pluriennale funzionale a garantire l’immediato ricambio generazionale e soprattutto le disponibilità sopraggiunte a seguito di mobilità interregionale (più di 1.100 posti in uscita); è necessaria la garanzia di concorsi e di procedure di assunzione più snelle ed efficaci e una procedura straordinaria di valorizzazione del personale scolastico da troppi anni in servizio con contratto precario”.