Cronaca

Trenord, Fontana punta al controllo totale dell’azienda. No di Pd e M5s: “Servizio peggiora ma all’ad vanno più di 600 mila euro”

La Regione Lombardia si prepara a chiedere il controllo totale del capitale sociale di Trenord, la società che gestisce il trasporto ferroviario regionale, attualmente divisa equamente tra Trenitalia e FNM (Ferrovie Nord Milano). L’annuncio arriva dal presidente Attilio Fontana durante un evento a Palazzo Lombardia. “Stiamo discutendo – ha detto Fontana replicando a chi domandava se la Regione chiederà il 50% più l’1% entro fine mandato – forse non il 50% più uno, ma tutto il capitale sociale. La richiesta avverrà entro la fine di questa legislatura. Si sono insediati i nuovi vertici e riprenderemo il dialogo”. A rilanciare le parole del governatore arriva anche Fratelli d’Italia: “L’obiettivo è quello di formare un cluster che si occupi dei trasporti a livello lombardo per avere un efficientamento, una governance che riesca a rispondere all’esigenza dei servizi. Quindi andiamo avanti su questa linea. Se l’obiettivo è quello di efficientare, ed essere più efficaci nella governance, ben venga”, ha detto il capogruppo in Consiglio regionale Christian Garavaglia, confermando l’auspico che il piano annunciato da Fontana sia realizzabile. Una soluzione ai disservizi verso l’utenza di Trenord che secondo le opposizioni sono andati peggiorando negli ultimi anni, tanto da accusare il governatore di “fallimento”? Non proprio. Rispondendo alle opposizioni, Fontana si è premurato di dare una diversa lettura dei problemi che tolgono il sonno ai pendolari lombardi, suggerendo che i disservizi dipendano principalmente dalla rete ferroviaria gestita da RFI (Rete Ferroviaria Italiana). “La ragione principale dei ritardi dipende dalla rete che non è nostra e che appartiene a RFI”, ha affermato. “Negli ultimi tempi questi ritardi si sono incrementati perché stanno iniziando gli interventi sulla rete. Se si fanno dei lavori a una linea ferrata, purtroppo è evidente che si creino dei disagi che comportano dei ritardi. Credo che anche gli amici del Pd debbano rendersene conto”.

La versione delle opposizioni – Regione Lombardia ha appena allungato di 10 anni la vita del contratto con Trenord. Senza una gara internazionale e nonostante il servizio offerto sembri essere peggiorato. A partire dalla tanto agognata puntualità, con il nuovo obiettivo fissato all’89,5% dei treni. Peccato che nel 2023 solo l’80,3% di questi sia arrivato in orario. Numeri al centro delle critiche delle opposizioni alla giunta Fontana. Il Movimento 5 Stelle ha preso posizione col capogruppo in consiglio regionale Nicola Di Marco: “A distanza di diversi anni dalla gestione lombarda del servizio ferroviario regionale, pensiamo che piuttosto che dare la maggioranza e il 100% del capitale sociale di Trenord alla Regione, probabilmente bisognerebbe restituirlo al gruppo Ferrovie dello Stato che ha un know-how e delle capacità maggiori per gestire il trasporto ferroviario”. Di Marco ha inoltre criticato la trasformazione di Trenord in un “carrozzone in cui sistemare i vertici e i soliti amici di amici”. Più duro ancora il Partito Democratico che in un comunicato del suo gruppo regionale ha evidenziato il peggioramento degli ultimi cinque anni, accompagnato da un aumento significativo della remunerazione del direttore generale di FNM e amministratore delegato di Trenord, Marco Piuri. Nel 2023 il suo compenso è stato fissato a 663.503,67 euro, con un incremento del 34% rispetto al 2019 (+5,78% rispetto al 2022).

I numeri del servizio – “Il servizio è peggiorato nettamente, sia per puntualità che per affidabilità, e lo dicono i numeri ufficiali”, ha dichiarato il capogruppo dem Pierfrancesco Majorino. “Eppure cresce costantemente, ormai a livelli altissimi, lo stipendio dell’uomo forte del servizio ferroviario regionale, Piuri. Chiediamo al presidente Fontana se è soddisfatto di queste performance negative e di spiegare al Consiglio regionale e ai cittadini Lombardi qual è la sua valutazione rispetto allo stato di cose”. Pietro Bussolati, che segue bilancio e partecipate per il gruppo del Pd, ha aggiunto: “Se noi confrontiamo le performance di Trenord del 2017 con quelle del 2023 vediamo una riduzione dei chilometri percorsi, quindi dell’offerta ferroviaria, del 6,4%, e una riduzione dei passeggeri trasportati del 7,3%. Trenord ha una flotta rinnovata, ma constatiamo una riduzione della puntualità dal 2017 ad oggi del 2,2% e un raddoppio delle linee a bonus, cioè sotto standard”. Simone Negri, capodelegazione Pd in commissione trasporti, ha ricordato l’aumento dei reclami: “Nel 2023 c’è stato un boom di reclami formulati a Trenord, il 25% in più dell’anno precedente. Per i Lombardi si contano 12 milioni di ore perse per disservizi ferroviari (9 nel 2022), un valore che vale una perdita economica di 168 milioni di euro per l’economia lombarda, stima fatta da KPMG. Tutti questi sono dati contenuti in un documento ufficiale di Trenord”. E poi: “La società è in positivo di 19 milioni e Piuri vede aumentare il suo compenso. È evidente che c’è una sempre maggiore divaricazione tra gli aspetti societari e di gestione economica della società Trenord e quello che è il servizio per i cittadini. Peggiorano le condizioni e riducono la trasparenza, è una deriva che va fermata”. Tra il 2017 e il 2023 gli indicatori citati dal Pd, quelli della qualità del servizio ai pendolari lombardi, sono tutti peggiorati. Fanno peggio anche le linee già al di sotto degli standard minimi di puntualità e di corse soppresse. L’anno scorso sono state 179 le linee Trenord per le quali è scattato il bonus-risarcimento per i pendolari, mentre l’anno prima erano 160 e nel 2017 91, la metà. Scende anche il numero di chilometri percorsi: “La riduzione del servizio del 6,4% è dovuta a scelte industriali della società”, sottolineano Majorino, Bussolati e Negri. Mentre la riduzione dei passeggeri, da 755mila in media nei giorni feriali del 2017 a poco più di 700mila nel 2023, sarebbe dovuta in parte alle scelte del post-Covid, a partire dallo smart working, ma anche alla riduzione dell’offerta.

Le repliche di Regione e FNM – Replicare nel merito dei dati alle critiche di Pd e M5S è toccato a Franco Lucente, l’assessore lombardo ai Trasporti: “In Lombardia l’81% dei treni arriva in orario, l’87% entro i 7 minuti, il 95% entro 15 minuti. Gli indicatori nazionali rilevano che le performance di Trenord, depurate da irregolarità dovute a cause esterne e infrastrutturali, sono superiori al 92%”, ha detto. E come Fontana spiega: “Ad oggi otto linee sono chiuse in tutto o in parte, poiché interessate da lavori che sta svolgendo RFI. Questi lavori, che comportano disagi, influiscono negativamente sulla puntualità, ma porteranno benefici per linee più moderne e un servizio sempre più puntuale. La Regione in ogni caso sta facendo la sua parte: sono infatti in servizio 165 dei 214 nuovi treni, che stanno migliorando notevolmente gli indici di puntualità”. Quanto al compenso dell’ad Piuri, una nota di FNM puntualizza che viene pagato per “la sua posizione di direttore generale di Fnm. Sono dunque interamente pagati da Fnm e includono sia la parte fissa sia quella variabile. Per gli altri incarichi ricoperti (amministratore delegato di Trenord e presidente di Tilo) non percepisce alcuna retribuzione“. Fnm ricorda inoltre che nel triennio i ricavi sono raddoppiati e l’ebitda triplicato. “Nel periodo 2019-2023, è passata da 300 milioni di euro di fatturato consolidato ad oltre 600 milioni con l’ingresso nei settori delle infrastrutture autostradali e delle energie rinnovabili. Nello stesso periodo l’Ebitda consolidato è passato da 71 milioni a 211 milioni”, si legge nella nota.