La piccola comunità di Mattie, in val di Susa, è in subbuglio. La notizia che la Acsel spa, l’azienda di smaltimento e raccolta rifiuti in valle, ha chiesto di costruire una nuova vasca nella discarica di Campo sordo è arrivata inaspettata. Ed è apparsa subito un’ingiustizia: dopo la chiusura del 2016, nessuno in paese pensava di dover fare ancora i conti con quella discarica. E invece nel progetto si parla di un ampliamento del sito per una volumetria netta disponibile pari a circa centomila metri cubi, “da allestire in sopraelevazione al sedime dei lotti esauriti” della vecchia discarica, “attualmente in fase di post gestione operativa”. Considerato che il tasso medio di conferimento annuo è stato ipotizzato in diecimila metri cubi, la vita utile dell’impianto è di dieci anni circa. Di che rifiuti si tratterà? Il progetto li definisce “non pericolosi”, ma allo stesso tempo parla di scarti “contenenti amianto”. Per poter realizzare la vasca andranno acquisiti una serie di concessioni, pareri, concerti, nulla osta e assensi, a partire dalla valutazione di impatto ambientale (il termine per la presentazione delle osservazioni è fissato al 25 giugno). Ma non c’è molto tempo e i cittadini di Mattie si sono mobilitati: il 18 giugno quasi un terzo dei residenti, duecento su 690, residenti si sono incontrati per discutere il da farsi. Altre due assemblee pubbliche si sono tenute il 21 e il 23 giugno, e nel frattempo sono state lanciate una raccolta firme e una petizione online. Nel testo di quest’ultima si spiega che “gli effetti dell’amianto, con una discarica a cielo aperto, possono rappresentare un gravissimo problema per una vasta area della provincia di Torino”.

La preoccupazione più intensa, naturalmente, riguarda la salute: la petizione ricorda che “nel 2023, l’Osservatorio nazionale amianto ha censito duemila casi di mesotelioma (il tumore causato dalle fibre di amianto, ndr) con un indice di mortalità a cinque anni del 93%. Nello stesso anno ci sono state circa quattromila nuove diagnosi di tumore al polmone per esposizione all’amianto e 3.500 decessi. Si deve poi tenere conto che l’amianto provoca asbestosi con ripercussioni cardiocircolatorie a cui vanno aggiunte altre neoplasie, con un impatto complessivo che porta al totale di più di settemila decessi e diecimila nuovi malati nel 2023”. In prima linea contro l’ipotesi di un nuovo impianto anche l’associazione ambientalista Pro Natura: “Il progetto di questa discarica nasce come impropria copertura della vecchia discarica di rifiuti urbani. Per nascondere la corrosione del telo di contenimento, si aggiunge al di sopra la discarica regionale per rifiuti di costruzione contenenti amianto”, spiega a ilfattoquotidiano.it Mario Cavargna, Presidente della sezione Valsusa. Anche l’amministrazione di Mattie si è detta contraria alla realizzazione dell’impianto, che peraltro avrebbe un impatto sull’intera vallata: per questo il sindaco di Caselette Pacifico Banchieri, presidente dell’Unione montana Valsusa, ha chiesto la convocazione urgente dei soci del consorzio Acsel, cioè dei 39 comuni azionisti dell’azienda.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Siccità in Sicilia, manifesti funebri per il lago Pergusa. All’università di Messina acqua per 3 ore al giorno. Sindaci a caccia di autobotti

next
Articolo Successivo

L’erosione sta mangiando la costa di Fregene: “Fenomeno esploso negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici”

next