Un messaggio, poi un altro, poi una reaction e un like alla foto. La conversazione è brillante, ma il vostro rapporto esiste solo nei direct di Instagram o nella chat di Whatsapp. Eppure vivete nella stessa città: quanto sarà difficile uscire per un caffé? Molto: benvenuti nella phone zone. Termine nato sui social per indicare una situazione che esiste da sempre: tu hai una cotta, ma l’oggetto dei tuoi desideri ti vede solo come un amico di penna.
Cos’è la phone zone
La phone zone – letteralmente: la zona grigia in cui si sta solo al telefono – miete le sue vittime specialmente in estate, che è la stagione dei nuovi incontri, delle cotte e dei flirt. C’è più voglia di divertirsi e di mettersi in gioco, ma non necessariamente di impegnarsi. E così, ai tempi delle reaction e dei like, spesso si finisce in un limbo di dubbi e paranoie, anziché provare a conoscersi di fronte a uno spritz. La phone zone è molto diversa da una situationship. In questo secondo caso infatti ci si vede eccome, seppure in maniera discontinua, ma non si riesce a definire il rapporto. Chi è rimasto intrappolato nella phone zone invece fatica a passare dalla conversazione a un vero appuntamento. Perché succede? Non c’è una risposta univoca. C’è chi chatta solamente per ricevere gratificazione e attenzioni, anche se non ha interesse nell’approfondire quel rapporto. C’è anche chi ha paura del rifiuto, e quindi non vuol fare la prima mossa. La phone zone è una spia di un fenomeno più diffuso: nell’era digitale, dove tutto è a portata di mano, è facile accontentarsi di una connessione puramente virtuale. Senza rischi, né coinvolgimento. Non a caso, da qualche anno si parla di sex recession tra i più giovanni.
La phone zone sulle dating app
Paradossalmente, spesso si rischia di finire nella phone zone anche sulle dating app, anche se lo scopo del gioco è quello di vedersi di persona. Che sia per una notte o per sempre, poi, sono dettagli. A volte però capita che, nonostante il match, quel fatidico aperitivo non arrivi mai. “Non rimanete bloccati nella phone zone – consiglia Moe Ari Brown, love&connection expert della dating app Hinge – siete qui per incontrare un partner, non un amico di penna. Quindi, dovreste puntare ad instaurare una conversazione abbastanza lunga da creare un’armonia, ma abbastanza breve da non perdere lo slancio del momento”. L’esperta dà alcuni consigli a chi si trova bloccato sull’app. Il primo è di cogliere l’attimo: “Lasciar passare troppo tempo tra il match e l’inizio di una conversazione può raffreddare l’atmosfera. La regola vale anche quando si riceve un messaggio: non fate finta di niente e non rimandate. Inoltre, utilizzate domande aperte per avviare una conversazione fluente”. Vi sembra troppo presto per chiedere un appuntamento? Considerate che il 62% degli utenti di Hinge si sente pronto dopo tre giorni di messaggi.
La tattica dei meme
In ogni caso, sulle app e fuori, la chiarezza è sempre una buona carta da giocare: se vi sembra di girare in tondo, rompete gli indugi e fate una domanda diretta. Secondo il Date Report della piattaforma, la Gen Z evita la comunicazione diretta per non sembrare sdolcinata o troppo ansiosa. Una valanga di stickers e meme, insomma, pur di non condividere sentimenti o intenzioni reali. È vero scoprendo le carte si rischia un rifiuto, ma sarà poi tanto peggio di un’attesa eterna?