Dopo le accuse di antisemitismo al Movimento 5 stelle dello scorso ottobre, le scuse e il “perdono” di Giuseppe Conte, il presidente della Comunità ebraica di Milano Walter Meghnagi torna ad attaccare le opposizioni. Stavolta nel mirino ci sono Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, accusati sulle pagine del Corriere della Sera di “non aver mai condannato l’attacco del 7 ottobre”. I due leader di Alleanza Verdi e Sinistra hanno annunciato una querela per diffamazione all’indirizzo del capo della comunità ebraica meneghina.
L’endorsement per Meloni e il centrodestra – Per il resto Meghnagi dedica parole al miele a Giorgia Meloni e alle destre. Eppure, i saluti nazisti e gli insulti alla senatrice ebrea Ester Mieli – come rivelato dall’inchiesta di Fanpage – avvenivano in seno all’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia. Episodi “intollerabili“, mette subito in chiaro Meghnagi nell’intervista del quotidiano, apprezzando la condanna “unanime di tutto il centrodestra” per le “malefatte” di questi giovani “da rieducare”.
“Malefatte”, secondo il presidente della comunità ebraica: i giovani di FdI sono stati immortalati mentre elogiavano il Reich e il razzismo, conditi da braccia tese e “sieg heil”. L’antidoto sarebbe semplice, per Meghnagi: “Bisognerebbe far vedere almeno tre volte Schindler’s list“, stessa risposta che aveva dato nei giorni scorsi l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini. Certo, serve anche “far pulizia: chi non ha studiato vada fuori. Non mi interessa in quanti si dimettono, mi interessa quello che c’è dietro”.
Del resto, gli ebrei sarebbero protetti dal principale partito del governo: “Non ci sentiamo in mani sicure solo con loro: anche con Tajani, Salvini o Calenda. E poi, per fortuna, abbiamo le migliori forze dell’ordine d’Europa”.
Le colpe delle sinistre e di Fanpage – Dopo l’elogio delle destre, Meghnagi attacca le opposizioni e la testata online Fanpage, colpevole di aver ficcato il naso nei ranghi della gioventù meloniana. “Perché Fanpage non va a mettere le cimici nei centri sociali? O nelle moschee? Perché non ci fanno sentire cosa dicono degli ebrei nei luoghi vicini alla sinistra?“.
Infine l’invettiva contro Verdi, Sinistra e Partito democratico, colpevoli di non aver sbarrato le piazze agli studenti pro-Palestina che invocavano il cessate il fuoco a Gaza. “1.100 manifestazioni pro-Pal; le aggressioni a Milano durante la parata del 25 aprile… Dove sta il Pd? Dove stanno le voci autorevoli, come quelle di Bonaccini, Letta, Franceschini? Dov’è il vecchio Pd che difendeva noi ebrei? Vorrei sentire una parola di condanna da parte della sinistra”.
Una stoccata ancor più dura è riservata all’Alleanza Verdi Sinistra, rea di aver aver sottolineato le “ambiguità” di Meloni nella lettera con cui prende le distanze da “razzisti e antisemiti”. “Proprio loro parlano di ambiguità? – accusa Meghnagi – Proprio loro che non hanno mai condannato l’attacco del 7 ottobre? Si devono vergognare”.
Bonelli e Fratoianni annunciano querela. Sala: “Eviti provocazioni” – “Parole infamanti e false di cui dovrà rispondere nelle sedi giudiziarie”, hanno risposto Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. “La nostra condanna dell’orribile attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre è stata immediata e senza alcuna ambiguità, rintracciabile – proseguono i leader di Avs – oltre che nelle nostre dichiarazioni in tutti gli atti parlamentari di questi mesi presentati da Avs. Non accettiamo – concludono – rovesciamenti cosi plateali della realtà. Chi si deve vergognare è il sig. Meghnagi”.
A rincara la dose, dal Pd, è giunta la difesa del sindaco di Milano Beppe Sala, con l’invito a lasciar perdere le “provocazioni: “La scorsa settimana Meghnagi ha detto che ci sono sindaci come quelli di Milano e Bologna che strizzano l’occhio alle parti estreme palestinesi, ma non so a cosa si riferisce. Quello è il suo posizionamento politico, la comunità ebraica non ha un’unicità di visione e al contempo ci sono rappresentanti e persone che hanno una loro fede politica”.
Il precedente con Giuseppe Conte – Ad ottobre 2023, Walker Meghnagi si era già dovuto scusare per aver accusato il Movimento di antisemitismo. Una frase “dettata dall’emotività”, si giustificò il presidente della comunità ebraica milanese. Conte accettò le scuse rinunciando alla querela. Per Bonelli e Fratoianni invece, al momento, niente scuse. E ora dovrà difendersi in tribunale.